Attualità

Legge sugli ecoreati. Terra dei fuochi: il grido della gente sale fino al Parlamento

Antonio Maria Mira mercoledì 15 aprile 2015
«Fate presto! I cittadini della 'terra dei fuochi' chiedono agli onorevoli deputati di approvare il disegno di legge sugli ecoreati. È urgente dare ai magistrati le armi per combattere e punire questo crimine odioso. Inquinare il creato equivale ad ammazzare gli uomini». Comincia così la lettera-appello di don Maurizio Patriciello, il parroco di Caivano voce del 'popolo inquinato' che abita il territorio tra Napoli e Caserta. Un’iniziativa che arriva mentre la Camera sta ridiscutendo il provvedimento già passato per Montecitorio ma poi modificato dal Senato dopo una discussione durata più di un anno. Proprio per questo ieri davanti alla Camera si è tenuto un sit-in promosso dalle 25 associazioni firmatarie dell’appello al Governo e al Parlamento promosso da Legambiente e Libera.  «Stop a qualsiasi ipotesi di modifica, il ddl sui reati ambientali deve essere approvato nelle prossime settimane in via definitiva, senza cambiare neanche una virgola», spiegano i promotori. Tempi stretti in commissione per giungere in aula il 27, data già fissata per il voto.  «Non è stato facile – ricorda don Maurizio – far passare questo disegno di legge importantissimo. Come sempre sono in gioco gli interessi economici di tanta gente. Chi ha avvelenato le nostre terre lo ha fatto per motivi di interesse. Per sete di guadagno disonesto. Lo hanno fatto perché poco gli importava e gli importa se la gente si ammala e muore. Queste persone, naturalmente, oggi non stanno a guardare. Fanno sentire la loro voce e il peso delle loro posizioni». Per questo, aggiunge, «adesso la Camera dovrebbe evitare il rischio di rimandarlo in Senato, modificandolo. Abbiamo il fondato timore che possa essere affossato. Non deve accadere. L’Italia ne ha estremamente bisogno». Ma il rischio c’è e si chiama air gun, le esplosioni in mare con aria compressa per la ricerca di idrocarburi. Il Senato ha inserito nel ddl sugli ecoreati il divieto per queste procedure. È insorto il mondo industriale, in particolare l’Eni, una protesta che è stata raccolta alla Camera dove in commissione Giustizia, che sta discutendo il ddl, sono stati presentati emendamenti soppressivi del divieto da parte di Fi, Sc e Ncd (in tutto 18) mentre Pd, M5S e Sel non hanno avanzato alcuna proposta di modifica chiedendo l’approvazione del testo uscito dal Senato, così come ha fatto la commissione Ambiente, il cui presidente Ermete Realacci sottolinea come «il Paese e gli italiani aspettano una legge sui reati ambientali da 20 anni». Eventuali modifiche anche solo sull’air gun riporterebbero il ddl a palazzo Madama, col rischio denunciato da don Patriciello.  Una soluzione, accantonati gli emendamenti, potrebbe essere eventualmente quella di intervenire con un decreto ad hoc per cancellare la norma sull’air gun. Toccherebbe al governo che, tra l’altro per bocca dei ministri della Giustizia e dell’Ambiente, Orlando e Galletti, si è espresso per un’approvazione del ddl senza modifiche. «Non è solo in gioco la democrazia – conclude don Maurizio –. L’altro ieri a Mondragone è morto Mario, l’ultimo di uno sterminato elenco. Aveva solo 23 anni e il diritto di vivere sereno. Purtroppo tra tanti uomini giusti e responsabili c’è anche chi, per bramosia di denaro, ha rinunciato alla sua stessa dignità. Da queste persone dobbiamo difenderci. Signori deputati, per favore, fate presto!».