Attualità

Campagna social. «Sposare un islamico è una follia»? E noi l'abbiamo fatto

Laura Silvia Battaglia mercoledì 7 giugno 2017

Giada Frana

La maggior parte di noi deve farselo scivolare addosso ogni giorno da parte di colleghi, vicini di casa, ex amiche. Ti salutano come "la moglie del terrorista". Oppure ti chiedono: ma ti fa uscire la sera? I più: ti picchia? Qualcuno lancia un'occhiata di sufficienza, poi dice: "Sicuramente è geloso". Alle spalle: "Tra qualche anno le mette il burqa", "Ma tanto non dureranno". E via andare. Così, quasi in ogni ambiente, quasi ogni giorno, per anni.

Per questo una coppia che abbia fatto questa scelta - uomo musulmano non necessariamente arabo e donna italiana (ce ne sono anche in combinazione invertita) - ha delle difficoltà che si moltiplicano: oltre a quelle sull'incontro tra due identità nazionali, culturali e/o religiose diverse, ci sono anche le pressioni delle cerchie parentali e sociali.

Oggi, puntuale come una fucilata, si aggiunge il suggerimento del quotidiano Libero, sulla scorta dell'attacco terroristico di Manchester : "Care donne europee, sposare un islamico è una follia pericolosa". Dentro, la descrizione del solito percorso che porterebbe una donna europea a diventare "sottomessa", a vedersi negare l'identità, fino ad essere costretta ad indossare il niqab, poi a essere picchiata, tradita, umiliata, privata dei figli...

Casi come questi ce ne sono e ce ne sono di gravi, purtroppo, come tanti sono i casi di femminicidio in Italia perpetrati da mariti, fidanzati e amanti gelosi, e italiani da generazioni. Nessuno lo nega e l'attività di chi riconosce il problema e lavora su unioni e famiglie distrutte è lodevole, necessario e doveroso. Ma è un fatto che le unioni felici non fanno notizia: e sono, siamo migliaia in tutta Italia. Di tutte le nazionalità, etnie, religioni e composizioni, come testimonia l'associazione Aifcom (Associazione Italiana per le famiglie e le coppie miste).


Per questo, stavolta, abbiamo deciso di non starcene in silenzio e di essere noi la notizia: ci siamo, siamo tanti e tante, abbiamo figli e figlie, abbiamo passato anche molte traversie nella vita, forse superiori a quelle di molte coppie italiane, perché non abbiamo solo problemi di lavoro, nascite, morti e tumori, ma molte delle nostre famiglie conoscono le guerre e le guerre più terribili. Per questo, in risposta al consiglio di Libero, vogliamo darla noi la notizia: siamo felici, con vostra buona pace.

Con la campagna virale su Twitter e Facebook e l'hashtag #hosposatounmusulmano e #muslimhusbandrocks desideriamo semplicemente fare sapere che esistono coppie felici e che sono formate da donne italiane, molte cattoliche, e mariti musulmani e non ammettiamo alcuna demonizzazione sui nostri coniugi che sono ogni giorno la dimostrazione che è possibile amarsi e rispettarsi come esseri umani e nelle reciproche differenze e anche nelle difficoltà, che non sono poche.


Moglie e buoi dei Paesi tuoi è un detto italiano, in linea di massima, saggio. Ma c'è anche chi ha dato un calcio a questa saggezza e, da che mondo è mondo, ha generato gruppi etnici nuovi, società nuove, Paesi nuovi. Almeno lasciate in pace chi mette sotto ai vostri occhi, ogni santo giorno, quella che voi chiamate follia e che noi chiamiamo lo scandalo dell'amore.

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