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Agrigento. 8 morti nel crollo del palazzo, 2 dispersi. Il vescovo: siamo turbati

I.Sol. lunedì 13 dicembre 2021

Per oltre 30 ore si è continuato a scavare sotto le macerie delle palazzine crollate a Ravanusa, nell'Agrigentino, nella speranza di trovare superstiti. Una ricerca che va avanti senza sosta dalla serata di sabato, quando un boato prima e le fiamme poi, hanno scaraventato il centro in provincia di Agrigento in un vero incubo. Poche ore fa è stata localizzata l'area dove «probabilmente», ha spiegato il comandante provinciale dei vigili del fuoco di Agrigento Giuseppe Merendino, «si trovano i due dispersi», un uomo di 70 anni Calogero Carmina e il figlio di 30 anni, Giuseppe Carmina, omonimo di una delle altre vittime. "Stiamo puntando su questa zona per trovare queste ultime due persone" ha aggiunto.

Chi sono le vittime dell'esplosione alla palazzina di Ravanusa

I resti della palazzina di 4 piani di via Galilei e quelle adiacenti hanno restituito dapprima i corpi di tre vittime: Pietro Carmina, 68 anni, professore di storia e filosofia in pensione dal 2018, molti i messaggi di cordoglio sulla sua pagina facebook da parte degli ex alunni del liceo Classico di Canicattì. Con lui anche la moglie Carmela Scibetta, assistente sociale.

Enza Zagarrio, di 69 anni e Liliana Minacori, di 59 anni.

Due invece le donne estratte vive dalle macerie, Rosa Carmina e Giuseppina Montana: entrambe sono state trasportate negli ospedali di Licata e Agrigento e non sono in gravi condizioni.

Soltanto questa mattina la notizia del ritrovamento da parte dei vigili del fuoco di altri 4 corpi estratti dalle macerie: tra loro ci sarebbero quelli di Selene Pagliarello, donna incinta al nono mese e di suo marito Giuseppe Carmina. Pagliarello, 30 anni sposata con Giuseppe lo scorso mese di aprile e originaria della vicina Campobello di Licata, era stata assunta come infermiera con i contratti Covid ed era in servizio al pronto soccorso dell’ospedale San Giovanni di Dio di Agrigento. Da sei mesi era in maternità perché la coppia era in attesa del loro primo figlio. E lei era ormai prossima al parto.

I due corpi erano al terzo piano del palazzo crollato in via Trilussa dopo l'esplosione. Dove è stato trovato anche il corpo del suocero della donna, Angelo Carmina, marito di un'altra delle vittime Enza Zagarria.


Resta da capire quali siano le cause del disastro ma non è ancora il tempo di farsi domande, almeno per ora. Tutte le forze sono ora concentrate sulla ricerca di possibili superstiti in quella che il capo della Protezione civile Fabrizio Curcio, arrivato a Ravanusa, ha definito "ore delicate di operazioni di ricerca e soccorso e di messa in sicurezza dell'area".

Con il passare delle ore la possibilità di trovare dei sopravvissuti si attenua, ma i vigili del fuoco continuano nel loro lavoro, muovendosi con perizia, delicatezza e rapidità tra quello che rimane di un intero quartiere. Si continua a cercare senza sosta con l'ausilio delle squadre cinofile e Usar (urban search and rescue), un'operazione complessa e delicata: sono almeno 40 gli edifici coinvolti, con una deflagrazione a catena, diffusa da una abitazione all'altra, almeno una cinquantina gli sfollati, come ha precisato il sindaco Carmelo D'Angelo, su un'area di circa 10mila metri quadrati.

Tutto il Paese si è stretto intorno alla comunità, a partire dal Capo dello Stato Sergio Mattarella che ha chiamato il primo cittadino di Ravanusa per esprimere la sua vicinanza e il cordoglio. "Dopo la telefonata del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, che ci ha espresso vicinanza, ci sentiamo meno soli", dice D'Angelo. Messaggio questo che è stato ribadito anche da Curcio che ha spiegato di aver "avuto mandato dal presidente Draghi di informarlo puntualmente. Nessuno sarà lasciato solo".

Reuters

Intanto la Procura di Agrigento ha aperto un'indagine per disastro e omicidio colposo a carico di ignoti. I carabinieri dovranno acquisire il verbale dell'intervento di manutenzione ordinaria avvenuto 5 giorni prima della strage sull'impianto della rete di metano che non aveva evidenziato alcuna criticità per verificare chi abbia materialmente eseguito il collaudo e se sia stato fatto a regola d'arte.

A Ravanusa sono già al lavoro i periti nominati dalla Procura di Agrigento. Il loro compito è quello di aiutare a fare chiarezza sulle cause dell'esplosione che ha devastato la sera di sabato un intero isolato. La Procura retta dal pm Luigi Patronaggio ha sequestrato una vasta area di 10mila metri quadrati, ma non è escluso che venga ampliata la zona dopo un ulteriore sopralluogo. Inoltre è stata acquisita dalla Procura tra gli elementi dell'indagine anche la relazione di rischio - stilata dagli amministratori giudiziari nominati dal tribunale di Palermo - relativa al procedimento di prevenzione che nel 2014 interessò anche la rete del metano nell'Agrigentino. Nel documento veniva segnalato che a livello nazionale "il 76% delle tratte di rete indagate deve essere sottoposto con urgenza a un intervento di risanamento".

La società Italgas la società che gestisce la rete di metano anche a Ravanusa, dove è avvenuta sabato l'esplosione, era stata commissariata per sei mesi dal 9 luglio 2014 da parte della sezione misure di prevenzione del tribunale di Palermo, commissariamento prorogato di altri sei mesi.
La società Italgas è controllata al 100% da Snam.

Ancora è troppo presto per tirare le conclusioni: le cause del disastro verranno accertate dagli investigatori nell'ambito dell'inchiesta sulla fuga di gas dalla rete di distribuzione, Italgas.



Come aiutare le famiglie colpite dalla strage di Ravanusa

Una colletta per sostenere la comunità di Ravanusa, colpita dal lutto dopo l'esplosione che ha seminato morte e devastazione. A organizzarla è la comunità ecclesiale agrigentina che si stringe alla cittadina "in questo momento di grande dolore". "l nostro cuore è turbato. Ma andiamo avanti nella solidarietà e nella fede, consapevoli che tutta la storia è storia della salvezza", ha detto l'arcivescovo di Agrigento, Alessandro Damiano, stasera, nella sua omelia nella chiesa madre di Ravanusa, alle spalle dell'area devastata dall'esplosione.

"Mentre piangiamo le vittime, preghiamo per i feriti e per chi ha perduto affetti e case, desideriamo dare un segno concreto di prossimità indicendo una colletta diocesana straordinaria domenica prossima", spiegano ancora dalla arcidiocesi di Agrigento.
"A tutte le parrocchie - spiega l'arcidiocesi - chiediamo di farsi promotrici dell'iniziativa, sensibilizzando i propri territori e destinando le raccolte offertoriali della IV Domenica di Avvento al fondo che Caritas diocesana Agrigento destinerà al supporto di interventi in favore della comunità di Ravanusa".


«A seguito del drammatico crollo di alcuni edifici nella città di Ravanusa, causato da una devastante esplosione, il Santo Padre desidera far pervenire ai congiunti dei defunti l'espressione del suo cordoglio e sentimenti di intensa partecipazione al dolore dell'intera popolazione», si legge in un telegramma inviato dal segretario di Stato, Cardinal Pietro Parolin, a monsignor Alessandro Damiano arcivescovo di Agrigento.

«Papa Francesco, che porta nel cuore la sofferenza di tante persone, causata anche dagli ingenti danni che gravano su molti, le chiede di farsi interprete della sua accorata vicinanza, assicurando in particolare la sua preghiera di suffragio per le vittime. Egli, inoltre, manifesta apprezzamento per quanti si sono prodigati nelle operazioni di soccorso, come pure per la colletta straordinaria promossa da codesta arcidiocesi in favore della comunità ravanusana. Sua Santità invoca da Dio, per intercessione della Vergine Maria, consolatrice degli afflitti, il conforto per quanti soffrono le conseguenze del grave disastro e invia la benedizione
apostolica».


Tutte le offerte (anche quelle eventuali di privati) potranno essere versate con bonifico sul c/c bancario di Banca Intesa San Paolo intestato a: Arcidiocesi di Agrigento (Iban: IT 69 Y 03069 09606 100000006841. Causale: Caritas per Ravanusa) o versate direttamente all'ufficio Economato dell'Arcidiocesi, in piazza Don Minzoni, 19. Ancora si potrà donare con un bonifico sul conto corrente bancario di Banco di Credito Cooperativo Agrigentino (Intestato a Fondazione Mondoaltro Onlus. Ina: IT 30 C 07108 16600 000000001459).