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Migranti. Sea Watch, «Accertate violazioni sui minori da parte delle autorità». Video

Nello Scavo sabato 16 marzo 2019

​Il muro del silenzio sul caso Sea Watch è stato issato dal governo persino davanti ai magistrati minorili, che hanno trasmesso alla procura di Catania le prove della violazione «certamente commessa» a danno dei migranti minorenni. Atti che – ma su questo vige il segreto – potrebbero trasformarsi in una inchiesta simile a quella del caso caso Diciotti, su cui mercoledì il Senato voterà l’autorizzazione a procedere per Matteo Salvini, accusato di sequestro di persona.

A confermarlo è Caterina Ajello, a capo della procura dei minori etnea: (Guarda il video) «Ho scritto al ministero dell’Interno e al ministero delle Infrastrutture». ha detto davanti alle telecamere di Report (Rai3) . E mai una risposta. Il magistrato aveva ripetutamente espresso la preoccupazione per l’omesso sbarco immediato dei ragazzini che a gennaio sono stati trattenuti a bordo della nave umanitaria per quasi due settimane. Lo aveva fatto in una lettera «segnalando i diritti di questi minori stranieri che non potevano essere esercitati se non dopo lo sbarco, e non abbiamo ricevuto risposta né comunicazione di sorta neanche dall’autorità di pubblica sicurezza in sede locale». A rispondere, spiega Ajello, è solo la Questura di Siracusa che afferma di non poter agire poiché «a livello centrale non era stato ancora individuato il Place of safety (Pos), cioè il porto di sbarco». Anche in questo caso, insomma, la procedura dello sbarco viene bloccata dall’alto. Secondo il procuratore Ajello non ci sono dubbi: «Sotto il profilo dei minori sicuramente c’è stata una violazione, che automaticamente questa costituisca reato è da vedere e comunque non sono io a dovermene occupare». Nel corso dell’intervista rilasciata a Manuele Bonaccorsi, che con la squadra dei giornalisti di Report ha lavorato all'inchiesta sul caso Diciotti che andrà in onda lunedì sera, il magistrato ribadisce il suo sconcerto per il muro di gomma che ha dovuto affrontare.

Il colloquio con Caterina Ajello suscita molte domande. La procura minorile di Catania diventa formalmente competente il 25 di gennaio, quando la nave viene fatta accostare nel “porto rifugio” di Siracusa, territorio su cui ha competenza il tribunale dei minorenni di Catania, dove poi avverrà lo sbarco l’1 febbraio. Le norme sui minori non accompagnati – contenute nella Legge Zampa, votata nel 2017 con il convinto e compatto sostegno dei parlamentari M5s – impongono la discesa immediata di tutti i migranti al di sotto dei 18 anni. Ma a Siracusa questo non avviene. In quei giorni il Viminale dichiara alla stampa, ma non ai magistrati competenti, che nessuno straniero sarebbe stato fatto sbarcare, adombrando anche l’ipotesi che vi fossero dei “falsi minorenni”, che avevano detto di avere 17 anni e mezzo. Intanto, alla procuratrice Ajello nessuno risponde. Neanche per telefono. «Ho fatto tutto ciò che era in mio potere per assicurare la tutela dei minori. Fino a 17 anni e mezzo – precisa – comunque si è minorenni, e comunque c’erano ragazzini anche del 2004, perciò quindicenni, e ci risultano anche minori di età inferiore». In ogni caso, anche «se avessero avuto 17 anni e mezzo sono sempre minorenni: io ho il dovere giuridico di attivarmi per la loro tutela».

Non è l’unica anomalia registrata in quei giorni. Il Tribunale dei minori - come ha ripetutamente documentato Avvenire nei giorni scorsi - aveva assegnato i ragazzini al Comune di Siracusa, che aveva individuato le strutture d’accoglienza. Senza preavviso, però, la Sea Watch viene trasferita a Catania, dove sbarcheranno i 47 naufraghi tra cui i 15 adolescenti, in fretta e furia assegnati ad altre comunità del capoluogo etneo. Da questo momento gli atti dell’inchiesta passano da Siracusa, dove aveva aperto un fascicolo il procuratore Fabio Scavone, alla procura di Catania guidata da Carmelo Zuccaro. Il segreto istruttorio impedisce di sapere quale sia lo stato dell’iter giudiziario. Di certo agli accertamenti trasmessi da Siracusa si sono aggiunti quelli della procura dei minorenni che ha consegnato al procuratore generale (l’organo superiore della procura dei minori) la segnalazione per le “violazioni” a danno dei minorenni.

Il procuratore generale Roberto Saieva ha confermato di avere ricevuto il fascicolo dalla procura dei minorenni, ma non ha voluto né suffragare né smentire di aver assegnato il caso al procuratore Zuccaro, a cui spetta di esercitare l’azione penale. Spetta infatti alla procura valutare se il mancato rispetto della Legge Zampa, così come denunciato da Caterina Ajello, sia un reato penalmente rilevante. Se confermato, dovranno essere indagati i vertici dei ministeri coinvolti e i funzionari che hanno operato in quei giorni.
E domani l'inchiesta di Report, corroborata da testimonianze e documenti inediti, «svelerà – spiegano dalla redazione – i retroscena mai raccontati del caso Diciotti nei palazzi del potere, a Roma come a Bruxelles».​