Agorà

La lettera. Il pallavolista Saitta: «Caro Francesco, aiutaci a non giocare a Natale»

Davide Saitta giovedì 5 dicembre 2019

Davide Saitta, 32 anni, palleggiatore della Consar Ravenna, club della Superlega

Chiedo aiuto Papa Francesco, vogliono “rubarmi” il Natale!

Sua Santità non so se questa lettera arriverà mai tra le Sue mani ma dovevo provarci; e se per grazia queste parole dovessero arrivare fino in Vaticano, immaginare che Lei possa impiegare anche soli 5 minuti del Suo tempo per leggerla mi riempie di gioia.

Mi chiamo Davide, ho 32 anni e sono sposato con Nicoletta da 4 anni e mezzo. Abbiamo una bellissima bambina di nome Noemi, di quasi 8 mesi, e due bambini in cielo, saliti al Padre prima di uscire dal grembo materno, Karol e Davide jr. Per noi questa bambina oltre ad esser un dono magnifico è anche la dimostrazione della Misericordia di Dio nella nostra vita.

Sono cresciuto in una famiglia cristiana che mi ha educato alla fede e a vivere intensamente i tempi liturgici di Avvento, Natale, Quaresima e Pasqua. Sento molto la responsabilità di essere anch’io per mia figlia un buon padre. Questo Natale 2019 sarà il primo di mia figlia Noemi. L'ho seguita caro papa Francesco alle GMG di Rio de Janeiro nel 2013, il cui frutto è stato l’incontro con mia moglie Nicoletta, e a quella di Cracovia nel 2016, primo pellegrinaggio da uomo sposato.

Sono un pallavolista e gioco per la Consar Ravenna, società che milita nella Superlega italiana, ed il 25 dicembre saremo l'unica squadra in trasferta chiamata a scendere in campo e a lasciare le nostre famiglie dal pomeriggio della Vigilia fino alla notte del giorno di Natale. Trento-Ravenna è infatti l'unica gara di giornata che verrà disputata a Natale perché la società trentina non dispone del proprio palazzetto per il giorno di Santo Stefano (data in cui si giocano tutte le altre gare).

Dapprima mi sono rivolto al direttore generale della società trentina, successivamente all’amministratore delegato della Lega Pallavolo Serie A, persone che stimo enormemente per il lavoro che svolgono da anni per migliorare e far prosperare il nostro splendido movimento pallavolistico, chiedendo se si potesse trovare una diversa soluzione al problema e proponendo io stesso di anticipare ulteriormente la gara giorno 24 dicembre alle ore 16.00.

Sono sicuro che il magnifico pubblico trentino, tra i migliori in Italia per sportività, attaccamento alla propria squadra ed affluenza, risponderebbe «Presente!», fugando i timori di chi crede che il palazzetto potrebbe non riempirsi. Timori legati non a un mancato incasso, di questo ne sono consapevole e certo, ma al rischio che a risentirne sia lo spettacolo, di cui sappiamo il pubblico è parte integrante. Quello che sono riuscito ad ottenere è stato: «Solo se chiamasse il Papa!». Soltanto in questo caso la partita verrebbe anticipata al giorno 24 (alle ore 16.00).

Inizialmente, Santo Padre, volevo subire questa scelta perché sono stanco di intraprendere piccole battaglie, passare per il “rompiscatole” cattolico di turno. Di certo non mi diverto e sarebbe molto più semplice lasciar perdere e non espormi, perché esporsi è scomodo e genera persecuzioni. Stavo per arrendermi all’idea di lasciar perdere ma durante un’eucarestia di qualche giorno fa mi sono detto che portare avanti questa pacifica e legittima causa lo devo a me stesso, a mia moglie e soprattutto a mia figlia Noemi.

Questa sarà un’esperienza in più per poterle trasmettere la fede in Gesù Cristo morto e risorto raccontandole un giorno che mi sono battuto pacificamente, come sono abituato a fare nei campi di gioco, e che ho gridato al “mondo intero” che il 24 notte desideravo passare la Vigilia con mia figlia, il giorno del suo primo Natale, nel giorno della prima venuta di Cristo nella sua vita.

La mattina del 25 desidero, Santo Padre, svegliarmi con lei, fare le lodi e la processione in tutte le stanze della casa per deporre il Bambino Gesù nel bellissimo Presepe che sua madre con tanto amore ha preparato con le sue mani. E poi desidero mangiare con loro e fare festa tutto il giorno , proprio come fanno tutti per rendere il Natale un giorno felice per mia figlia.

Ascolta Papa Francesco la mia “supplica” di voler vivere intimamente ed insieme alla mia famiglia il Santo Natale. È il grido di un cattolico che molto spesso è «voce di uno che grida nel deserto» in questa società volta alla scristianizzazione. Credo che il nostro sport, che da sempre è veicolo di importanti valori sportivi e di vita, possa sacrificare un minimo della sua spettacolarità per fare spazio a Gesù che viene nelle nostre vite e dare la possibilità a chi come me ne sente la necessità, di celebrarlo e lodarlo. Perché il Natale, così come la Pasqua (anche il 12 Aprile si giocherà), sono i giorni su cui ruota la mia intera esistenza in quanto uomo e cristiano. Sono queste due ricorrenze che mi situano nella storia di ogni anno e di ogni giorno, tra gioie e sofferenze questa magnifica opportunità che ci offre il tempo liturgico di poter nascere, morire e risorgere con Cristo.

La ringrazio Santo Padre anticipatamente, e se tutto questo non fosse possibile ho imparato ad entrare nella volontà di Dio Padre che saprà consolare il mio cuore di uomo, di padre e di marito. Prego sempre per Lei ed il suo pontificato.

Buon Natale Papa Francesco!