lunedì 18 marzo 2024
Lo "zar" 71enne confermato al Cremlino fino al 2030. Per la prima volta ha parlato della morte del dissidente Navalny: «Avevo acconsentito a uno scambio di detenuti, ma così è la vita»
Il presidente russo Vladimir Putin

Il presidente russo Vladimir Putin - Ansa

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Il presidente russo Vladimir Putin rimarrà al Cremlino fino al 2030: comodamente rieletto in un voto di fatto senza rivali, ha ottenuto la sua più grande vittoria da quando è al potere, un mandato che gli consentirà di continuare la campagna militare in Ucraina, la brutale repressione del dissenso e il braccio di ferro con l'Occidente. Rivolto al Paese al termine della giornata elettorale, il capo del Cremlino ieri sera ha ringraziato quanti lo hanno votato e hanno contribuito a creare le condizioni per il «consolidamento politico interno» e ha avvertito che non si lascerà «intimidire». Poi per la prima volta ha parlato della morte del suo principale oppositore, Alexei Navalny.

Lo "zar" 71enne veleggia verso la rielezione con una percentuale record, quasi l'88% dei voti, dieci punti in più rispetto al 2018 (76,5), e un'affluenza alle urne di oltre il 70%. I risultati elettorali non sono stati influenzati né dalla morte in carcere di Navalny, né dagli appelli al "voto di mezzogiorno" (l'invito alla protesta che era stato lanciato dal dissidente e che è stato ribadito dalla moglie, Yulia Navalnaya) né dalle incursioni al confine ucraino degli ultimi giorni.

Un risultato scontato ma che Putin ha voluto rimarcare nel suo discorso per la vittoria, un discorso centrato sulla guerra, al quartier generale della sua campagna elettorale vicino al Cremlino. «Ora la Russia è più forte», ha detto ringraziando i soldati al fronte, promettendo che «tutti i piani saranno concretamente realizzati e gli obiettivi raggiunti, piani grandiosi che faremo di tutto per realizzare».

Interrogato sulla possibilità di un conflitto diretto con la Nato, ha confermato che «tutto è possibile nel mondo moderno» ma sottolineato che sarebbe «un passo avanti verso una terza guerra mondiale su vasta scala». «E credo - ha aggiunto - che nessuno sia interessato a questo».

Le congratulazioni di Corea del Nord, Iran e Cina

I primi leader a congratularsi con Putin per la vittoria sono stati quelli dei Paesi amici: Corea del Nord, Iran, Cuba, Cina e Bielorussia. Il leader nordcoreano Kim Jong un si è congratulato con Vladimir Putin per la sua rielezione, l'ambasciatore nordcoreano a Mosca consegnerà il messaggio di congratulazioni. Il presidente iraniano Ibrahim Raisi si è «sinceramente felicitato» per la «solida vittoria». «La Cina esprime le sue congratulazioni», ha detto il portavoce del ministero degli Esteri Lin Jian, aggiungendo che «Cina e Russia sono i rispettivi vicini più grandi e sono partner strategici e cooperativi nella nuova era».

«Continueremo a rafforzare i legami tra Cuba e Russia nei settori legati al benessere dei nostri popoli», ha scritto il ministro degli Esteri cubano, Bruno Rodriguez Parrilla, sul social network X.

Il presidente bielorusso Alexander Lukashenko ha telefonato oggi a quello russo Vladimir Putin per congratularsi per la sua riconferma nelle elezioni, sottolineando che si è trattato di «una vittoria convincente».

Il presidente del Tagikistan, Emomali Rakhmon, ha inviato un telegramma a Putin: «Mi congratulo cordialmente per la vittoria alle elezioni presidenziali. I risultati delle passate votazioni sono un'altra prova vivida della vostra alta autorità politica e dell'ampio sostegno da parte della società russa al vostro percorso statale volto a garantire uno sviluppo socioeconomico sostenibile del Paese e rafforzamento delle sue posizioni internazionali».

Per la prima volta Putin ha parlato di Navalny

Per la prima volta Putin ha parlato della morte di Navalny, chiamandolo per nome: ha respinto le accuse di averlo ucciso e sostenuto che qualche giorno prima del decesso, avvenuto nella prigione sperduta della Russia artica, lui stesso aveva dato il "via libera" allo scambio del dissidente con alcuni prigionieri russi in Occidente. «Che mi crediate o no, l'uomo che mi ha parlato non aveva finito la frase e io ho detto: sono d'accordo. Ma sfortunatamente è successo quel che è successo». Putin ha spiegato che qualcuno che non appartiene all'amministrazione presidenziale - nei giorni scorsi gli alleati di Navalny avevano parlato dell'oligarca Roman Abramovich - aveva proposto di scambiare il dissidente con i russi imprigionati nei Paesi europei. «Ho accettato ma a una condizione: lo scambiamo, ma che non torni più, che se ne rimanga lì. Ma questa è la vita». E poi, parlando del «signor Navalny», ha descritto la sua morte in una prigione oltre il Circolo polare artico come «un triste evento».

«Lo ha ucciso per evitare uno scambio» ha commentato su X Leonid Volkov, a lungo braccio destro di Navalny. «Lui ha ucciso Navalny. Lo sappiamo e lo proveremo. Ha confermato lo scambio e ha immediatamente ordinato di ucciderlo», ha dichiarato il direttore della Fondazione Anticorruzione di Navalny, Ivan Zhdanov.

Dall'esilio o dal carcere, i leader dell'opposizione avevano esortato ad andare alle urne in massa a mezzogiorno in memoria di Navalny e a votare contro Putin. Centinaia di persone hanno seguito l'appello, in prima fila la vedova del dissidente che ha votato a Berlino scrivendo sulla scheda il nome del marito. Oggi Putin celebra la sua vittoria, nel decimo anniversario dell'annessione della Crimea, con un concerto nella Piazza Rossa di Mosca.

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