martedì 16 aprile 2024
Pechino vuole accreditarsi come una potenza responsabile. E il balzo dell'economia può sorreggere le sue ambizioni. Ma resta la distanza tra le intenzioni e i risultati
Il cancelliere tedesco Olaf Scholz a Shanghai

Il cancelliere tedesco Olaf Scholz a Shanghai - ANSA

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Offre una sponda politica all’Iran. Riceve patenti di “mediazione” dall’Arabia Saudita. Accoglie il cancelliere tedesco Olaf Scholz, “avamposto” di una sempre più estenuata Europa. Vede crescere il suo Pil al di sopra delle previsioni e strappa un ritorno altamente simbolico come quello dei bolidi della Formula 1. La Cina si muove con sempre più audacia sull’infiammato scacchiere internazionale con il rischio reale che il conflitto in Medio Oriente e quello tra Russia e Ucraina si saldino, investendo l’attore politico che fa da cerniera ad entrambi: Teheran.

Quali sono le reali aspirazioni cinesi? Quanto il gigante asiatico è disposto a fare per accreditare l’immagine di grande potenza responsabile, la cui costruzione è al centro delle preoccupazioni della sua leadership? Le sue ambizioni urtano contro la sua consistenza di “grande potenza leggera” come la ha definita Andrew Scobell? Non c'è il rischio che le proposte cinesi rimangano nel campo delle buone intenzioni, come testimoniano i quattro punti proposti dal presidente cinese Xi Jinping per "risolvere" la crisi in Ucraina?

Due sono i punti fermi. Primo. Pechino “vuole un Medio Oriente pacifico e stabile perché ha poco o nulla da guadagnare dal protrarsi del conflitto e molto da perdere economicamente – in particolare un’interruzione delle forniture di petrolio e delle rotte marittime internazionali – se invece la crisi persiste o, peggio, si intensifica”. Le crisi sono sempre più intrecciate e stanno assumendo un perimetro globale, come dimostrano i rapporti (economici) sempre più traballanti con l’Europa. Il ministro degli Esteri cinese Wang Yi ha parlato con la controparte iraniana Hossein Amir-Abdollahian: secondo la diplomazia cinese Teheran ha ribadito di essere "disposta a dare prova di moderazione" dopo il primo attacco contro il territorio israeliano. Secondo l'agenzia di stampa ufficiale Xinhua, il ministro iraniano ha informato Wang Yi sulla posizione del suo Paese sull'attacco del primo aprile all'edificio consolare dell'ambasciata iraniana a Damasco, in Siria, su cui il Consiglio di sicurezza dell'Onu "non ha dato la risposta necessaria a questo attacco" e che "l'Iran ha il diritto all'autodifesa in risposta alla violazione della sua sovranità". Amir-Abdollahian ha assicurato l'Iran è "disposto a dar prova di moderazione" e non ha intenzione di aumentare ulteriormente le tensioni, notando che l'attuale situazione regionale è "molto delicata". Wang, da parte sua, ha replicato che la Cina "condanna con fermezza e si oppone all'attacco" all'edificio consolare che considera una "violazione grave e inaccettabile del diritto internazionale". Non solo. Pechino ha incassato una sorta di investitura dall’Arabia Saudita. Riad si aspetta che la Cina “giochi un ruolo attivo e importante” per la “riportare la situazione del Medio Oriente alla normalità.

Altro campo attraversato da turbolenze: i rapporti con l’Europa. Il cancelliere tedesco è sbarcato in Cina, accompagnato da tre ministri e da un gruppo di uomini d’affari. Come scrive la Reuters, “la visita di tre giorni è la prima di Scholz in Cina da quando il suo governo ha lanciato lo scorso anno una strategia di “riduzione del rischio” per evitare di legare troppo la Germania alla seconda economia più grande del mondo”.

I legami bilaterali tra Cina e Germania "continueranno a svilupparsi in modo costante finché entrambe le parti si rispetteranno a vicenda e cercheranno un terreno comune pur mantenendo le differenze, imparando gli uni dagli altri e raggiungendo una cooperazione vantaggiosa per tutti". Il presidente Xi Jinping, incontrando a Pechino Scholz presso la Diaoyutai State Guesthouse, ha detto che "dobbiamo considerare e sviluppare le relazioni bilaterali a tutto tondo da una prospettiva strategica e di lungo termine", in base ai video sulle battute iniziali postati sui social dai media statali cinesi. L’economia che torna a crescere – più 5,3% nel primo trimestre su base annua, un balzo superiore alle attese – può rafforzare il ruolo politico della Cina, recuperando lo smalto che gli deriva dalla sua forza economica.

Pechino incassa anche una vittoria simbolica: il ritorno della Formula 1. Due anni fa il Circuito Internazionale di Shanghai ospitava un ospedale Covid, questo fine settimana vi torneranno a correre i bolidi della Formula 1. Il Gran Premio ritorna in Cina per la prima volta dopo la pandemia e i fan locali vedranno Zhou Guanyu, nativo di Shanghai, guidare per la prima volta sulla sua pista di casa in Formula Uno. Shanghai ha assistito per l'ultima volta a una gara di F1 nel 2019, prima che il Covid e le restrizioni sui viaggi imposte dalla Cina mettessero fine a quasi tutte le principali competizioni sportive internazionali del Paese.

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