lunedì 15 aprile 2024
Campi elettromagnetici, pesticidi, nanoplastiche, cibi tossici assediano i nostri piccoli. Prevenire si può, con la ricetta del pediatri: nuovo stile di vita e massicce immersioni nella natura
Come salvare i bambini dal killer inquinamento
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Come difendere i più piccoli dagli effetti dell’inquinamento? E come educarli a proteggersi? Suggerimenti preziosi per genitori, insegnanti ed educatori arrivano dalla guida “Bambini e inquinamento” (edizioni Junior) che affronta gli effetti dei campi elettromagnetici generati dai device elettronici e le conseguenze dei cambiamenti climatici sul benessere fisico e mentale, gli impatti sanitari del sistema agroalimentare e dell’utilizzo massiccio dei pesticidi, la diffusione delle micro e nanoplastiche e le possibili tossicità dei capi di abbigliamento, delle creme solari e dei cosmetici. Va da sé che frequentare ambienti immersi nella natura e fare scelte di mobilità “dolce”, a piedi e in bicicletta, contribuiscono al benessere individuale e collettivo.

Scritto dal Gruppo Pediatri per un mondo possibile e curata dalla dottoressa Elena Uga, coordinatrice del Gruppo in seno all’Associazione culturale pediatri (ospedalieri e di libera scelta), il volume evidenzia come i bambini siano «le prime vittime del cambiamento climatico» a cui concorrono smog, microplastiche, pesticidi, tessuti “fast fashion”. Tra le regioni italiane, Veneto, Lombardia e Piemonte sono le più inquinate, mentre Liguria, Sardegna, Sicilia, Valle D’Aosta e Trentino- Alto Adige sono le meno inquinate. Tra le 10 città più inquinate d’Europa, ben 4 sono italiane: Cremona al 2° posto, Vicenza al 4°, Brescia al 9° e Pavia al 10°, seguite da Milano al 21° e Roma al 110° posto.

«Non esiste solo un inquinamento “outdoor”, ma anche uno “in- door”, rappresentato dalla contaminazione alimentare, dal fumo di sigaretta, dai sistemi di riscaldamento e condizionamento, dagli inquinanti esterni depositati nella polvere, da disinfettanti, detersivi, conservanti, plasticizzanti e così via. Basti pensare che il fumo è dannoso non solo per chi fuma direttamente, specie in gravidanza – con rischio di parto pretermine, basso peso alla nascita e malformazioni congenite – ma anche per chi respira l’aria in cui altre persone hanno fumato, quello che viene comunemente chiamato fumo passivo, “di seconda mano”.

Le sostanze tossiche si depositano su vestiti, tappeti e soprattutto sulla pelle (fumo di “terza mano”), da cui possono essere ulteriormente assorbite», ricorda la pediatra. Inoltre si stima che il fumo passivo nell’aria domestica causi nei piccoli «fino al 13% dei casi di asma, il 20% delle infezioni di bronchi e polmoni, il 15% delle otiti e oltre il 20% dei casi di morte improvvisa del lattante».

Al contrario, insiste la dottoressa Uga, «stare in natura comporta vantaggi per il sistema immunitario, per la salute mentale, per lo sviluppo psicomotorio. Fra i “cambiamenti” da suggerire alle famiglie è fondamentale incentivare la frequentazione degli ambienti naturali fin dai primi giorni di vita.

Un altro esempio? «Ridurre l’inquinamento atmosferico intorno alle scuole può contribuire in modo significativo a ridurre la dose di inquinanti atmosferici inalati quotidianamente dagli scolari. Questa riduzione si può ottenere attraverso: creazione di “zone di aria pulita” intorno alle scuole con restrizioni del traffico, divieto di sosta intorno alle “strade scolastiche” nelle ore di ingresso e uscita, spostamento dei punti di consegna/ ritiro dei bambini lontano dagli ingressi; progettazione di percorsi scuola-casa alternativi. I bambini che vanno a scuola a piedi sono esposti a una dose maggiore di inquinanti rispetto a quelli che ci vanno in macchina. Usando, però, percorsi alternativi, che evitino le strade più trafficate, si riduce l’esposizione».

In un’ottica di cambiamento, insiste la curatrice della guida, «è indispensabile agire sulle famiglie, sugli educatori e sulla scuola, promuovendo la consapevolezza sull’argomento, ma anche coinvolgere maggiormente i medici e i pediatri, spesso non adeguatamente formati sul problema. Di conseguenza bambini, ragazzi e adulti più consapevoli avranno strumenti adeguati per influenzare le scelte dei decisori politici, affinché vengano promulgate leggi e attuate azioni volte a tutelare l’ambiente e a ridurre le emissioni di inquinanti».

Con un incoraggiamento deciso a proseguire per questa strada a volte impervia: «Spesso ci sentiamo frustrati dalle nostre piccole azioni individuali (usare la bicicletta, buttare la carta nella differenziata) e ci incupiamo pensando che siamo pochi, non abbastanza per cambiare il mondo. Abbiamo bisogno di un’urgente spinta contraria a questa profonda depressione. Per rivoluzionare questo modo di pensare alla vita diventano centrali e indispensabili la “meraviglia” verso la natura e l’empatia verso tutto ciò che è più piccolo o diverso. Le energie richieste per raggiungere questo obiettivo sono enormi, ma rappresentano una sfida positiva per tutta l’umanità, che implica creatività e impegno». Quindi la pediatra auspica che «tutti noi continuiamo a studiare i “danni” conseguenti all’inquinamento per la salute, in particolare per la salute dei bambini, ma che utilizziamo le nostre conoscenze e la nostra consapevolezza per cambiare in positivo la visione del mondo e del futuro. Cambiando i nostri stili di vita, comunicando in maniera positiva e funzionale, facendo pressione su istituzioni e istituzioni politiche».

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