mercoledì 25 febbraio 2015
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Una campagna a sostegno dei diritti dei "caregiver", che in Italia non vengono riconosciuti ma in gran parte dell'Europa ricevono tutele giuridiche ed economiche: si chiama "#maipiùsoli" e prende il via oggi, con la diffusione di un video che, in meno di due minuti, racconta quegli "arresti domiciliari" a cui tante famiglie sono costrette a causa della disabilità grave. Protagonista del video è una mamma, Chiara, completamente dedicata al figlio Simone, che assiste in ogni momento della giornata e in tutte le sue continue necessità, incluse quelle sanitarie. Per raccontare questa realtà tanto nascosta, è nata la campagna che oggi prende il via: un'iniziativa di informazione e sensibilizzazione, innanzitutto, ma anche "un affiancamento alla missione Bruxelles", spiega Maria Simona Bellini, una delle promotrici, riferendosi alla petizione, presentata nei mesi scorso al Parlamento europeo, dopo l'insuccesso del ricorso collettivo nazionale per il riconoscimento dei caregiver. Obiettivo dell'iniziativa è "che finalmente si arrivi al riconoscimento da parte delle istituzioni del lavoro di cura da parte dei caregiver familiari italiani, unici in Europa a non vedersi riconosciuti nemmeno i diritti fondamentali".
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