mercoledì 26 febbraio 2014
​Lo ha annunciato il ministro degli Esteri Mogherini. Gli affidamenti a coppie italiane si erano interrotte nel 2006, in seguito alla vicenda di Vika.
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Non è una vittoria dell'ultima ora, ma un risultato costruito con anni di paziente lavoro: ma l'annuncio è toccato darlo a lei, da pochissimi giorni ministro degli Esteri. Così Federica Mogherini ha annunciato lo sblocco delle adozioni dalla Bielorussia, congelate dal 2006. Questo risultato, comunicato oggi alla Farnesina dall'ambasciatore di Minsk, è frutto di negoziati confidenziali condotti in questi mesi dalla vice ministro Marta Dassù e dalla sua omologa bielorussa Alena Kupchnya. La questione era stata portata all'attenzione del Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano su sollecitazione delle famiglie, con cui la Farnesina si è tenuta costantemente in contatto. La vicenda è lunga e dolorosa: affonda le sue radici nel 2006, quando una famiglia di Genova rifiutò di riconsegnare agli accompagnatori una piccola bielorussa che era affidata a loro per un soggiorno estivo. La bambina, Vika, fu tenuta nascosta per 20 giorni, finché fu trovata e rimpatriata a Minsk. Ma la faccenda infastidì enormemente le autorità bielorusse, che a quel punto si irrigidirono e chiusero le frontiere ai soggiorni terapeutici e iniziarono a centellinare le adozioni (34 nel 2006, 12 nel 2007, 4 nel 2008). Questo irrigidimento gettò nella disperazione centinaia di famiglie italiane, che anno dopo anno si erano legate ai "bambini di Chernobyl", per numerosi dei quali si erano anche sperati percorsi di adozione. Seguirono anni di trattative estenuanti: nel 2012, e poi anche nel 2013, la Commissione adozioni internazionali segnalò "aperture" dalle autorità bielorusse, che acconsentirono a prendere in esame elenchi limitati di aspiranti genitori italiani purché legati da un accertato vincolo affettivo con il bambino. Nel 2012 gli ingressi sono stati 46, con una età media altissima: 14 anni.
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