lunedì 1 settembre 2014
L'Associazione Scienza e Vita: non si può accettare che il nostro Paese si faccia dettare l’agenda dai tribunali con decisioni frutto dell'orientamento del giudice.
INTERVISTA Mirabelli: «Bimba con due mamme, sentenza inventata»
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L'Associazione Scienza e Vita scende in campo sulla vicenda dell'adozione gay sancita dal Tribunale di Roma: una bimba che si ritrova ad evere due madri. Per l'associazione è evidente che sulla vicenda ha pesato il disinteresse della politica. “Anche in questo caso - commentano Paola Ricci Sindoni e Domenico Coviello, presidente e copresidente nazionali dell’associazione - constatiamo come non sia possibile accettare che il nostro Paese si faccia dettare l’agenda dai vari tribunali in cui le decisioni sono il frutto della sensibilità e dell’orientamento culturale del giudice. In questo modo si determina una confusione strutturale che si presta a manipolazioni e forzature di ogni tipo”. “Dal silenzio della politica - osservano Ricci Sindoni e Coviello - nascono sentenze che tutelano soltanto il più forte, cioè l’adulto, che ha a disposizione gli strumenti per imporre quelli che ritiene diritti, in una fuga in avanti che non trova limiti. Il figlio, l’elemento più debole eppure al centro della controversia, da soggetto diventa oggetto del contendere e quindi proprietà trasferibile a piacimento. Il diritto così si adegua ai desideri dei singoli”.  “Il Parlamento - concludono - non può abdicare il proprio ruolo legislativo, giacché deve agire per la garanzia di tutti, soprattutto dei suoi cittadini più indifesi: i bambini. La perdurante supplenza della magistratura sui temi etici rimanda a un caos che nel tempo risulterà difficilmente governabile. Non è corretto in una sana democrazia procedere su questioni delicatissime in modo del tutto parziale e occasionale. Ci si augura che la classe politica infine si faccia carico delle questioni bioetiche più sensibili, come l’eterologa o le adozioni gay, tenendo in dovuto conto il sentire comune della gente, più che le pressioni di alcune potenti lobby”.
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