venerdì 12 aprile 2024
All'anno sabbatico preferiscono il lavoro: quattro su dieci scelgono il "training on the job". In tanti si approcciano alla vendita diretta per mettersi alla prova
Più giovani diventano venditori porta a porta

Più giovani diventano venditori porta a porta - Vorwerk

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La GenZ è stata definita in tanti modi ma, soprattutto quando si parla di lavoro, i ragazzi tra i 18 e i 24 anni sembrano avere le idee chiare: piuttosto che stare a casa o “parcheggiarsi” per anni all’Università preferiscono approcciare il mondo del lavoro di petto. A testimoniarlo sono gli ultimi dati dell'Istituto nazionale di statistica, secondo cui negli ultimi cinque anni, mentre è cresciuto di quasi sei punti percentuali – da 33,6 a 39% – il tasso di occupazione dei ragazzi tra i 18 e 24 anni che hanno abbandonato gli studi, si è ridotto il numero dei Neet – i ragazzi tra 15 e 29 anni che non studiano e non lavorano - passati dal 23,2% al 19%. A raccontare questo spaccato è l’ultima ricerca dell’Osservatorio Vorwerk per l’Italia che ha analizzato gli ultimi dati resi noti dall’Istat mettendoli a confronto con altri raccolti da AlmaDiploma e sondaggi interni all’azienda con l’obiettivo di comprendere meglio le tendenze e le motivazioni che guidano i giovani italiani nella scelta del loro futuro al termine o durante la formazione scolastica. Se si guarda ai diplomati del 2022, infatti, tra il 69,6% di loro che oggi è iscritto a un corso di laurea, il 49,3% si dedica solo agli studi mentre il 20,3% studia e lavora. Il 18,8%, invece, lavora esclusivamente. Una ulteriore testimonianza che oggi quasi quattro ragazzi su dieci, dopo la scuola dell’obbligo, iniziano ad approcciarsi al mondo del lavoro.

«Sono molte le indagini che confermano la tendenza dei ragazzi della Generazione Z ad un approccio più concreto e diretto nei confronti del mondo del lavoro - spiega Giovanni Rainoldi, sociologo e Consumer Insights Manager di Vorwerk Italia -. Un mondo del lavoro che, soprattutto dopo la pandemia, si sta evolvendo anche per venire incontro a nuove necessità dei lavoratori. A differenza dei loro predecessori, i giovani sono meno disposti al compromesso e, in più del 90% dei casi – secondo Eurobarometro*- scelgono un lavoro che, oltre ai benefit e a un buon salario, sia in grado garantire anche il rispetto dell’equilibrio lavoro-vita privata. D’altronde, l’indagine condotta dall’Area Studi Legacoop e Ipsos ci dice che per la GenZ il lavoro è al sesto posto nella scala valoriale, dopo famiglia, amicizia, amore, ma anche da divertimento e cultura».

Tra i settori a cui si approcciano con più naturalezza molti giovani c’è sicuramente quello delle vendite – in shop, online o dirette – che rappresentano un primo banco di prova dove testare le proprie qualità ed inclinazioni e dove poter iniziare a guadagnare per rendersi indipendenti. Il loro essere nativi digitali e avvezzi alla comunicazione sui diversi social media, infatti, fa di loro una generazione in grado di moltiplicare le occasioni e i canali di vendita, portando una ventata di aria fresca nel settore e, secondo molti, anche nel sistema economico nel suo complesso.

Uno degli ambiti che più può beneficiare delle skill innate dei GenZer è proprio quello delle vendite porta a porta. Se storicamente si basa sulla dimostrazione dei prodotti in casa del cliente, il settore negli ultimi anni – e soprattutto nella fase post pandemia - si sta evolvendo, anche grazie alle tecnonologie e alla comunicazione digitale, pur rimanendo una professione basata sulle relazioni e il tocco umano. Le nuove tecnologie offrono oggi, oltre alla possibilità di ottimizzare il lavoro di tutti i giorni, nuove opportunità per creare e ampliare la rete di vendita diretta, e anche un valido apporto multimediale alla capacità di saper presentare e raccontare le peculiarità di un prodotto dal vivo.

«Il nostro è un settore che sta vivendo una fase di rinnovamento - commenta Adrian Fritz Graf, direttore Marketing di Vorwerk Italia -. Durante la pandemia abbiamo investito molte risorse per digitalizzare la modalità di lavoro. Oggi, grazie anche all’ingresso di numerosi ragazzi nativi digitali, stiamo assistendo a una modalità di lavoro e di networking sempre più moderna, in cui gli ausili digitali come tablet e smartphone, i contenuti multimediali di supporto alle dimostrazioni nonché le dashboard e le piattaforme dedicate sono diventati un fattore imprescindibile e abilitante della professione di venditore».

Uno scenario esemplificativo dell’impatto delle nuove generazioni digitali nel mondo della domanda/offerta lavoro e del gap valoriale tra generazioni di fronte alle motivazioni di scelta di una professione lo offre l’ultima rilevazione interna di Vorwerk sulla la forza vendita (dicembre 2023).

Vorwerk Folletto può contare su una forza vendita di 3.800 tra promotori, agenti e team leader, distribuiti su tutto il territorio e guidati da un team che si compone di tre direttori vendita, 19 capi zona e 138 capi distretto, supportati da 24 Uffici Commerciali.

Dagli ultimi dati si evince che sono sempre più i giovani che si approcciano a una carriera nella vendita diretta porta a porta: se si guarda ai promotori junior Folletto – coloro che dopo il percorso di inserimento si confermano nella vendita – oltre la metà ovvero il 57%, è composta da under 40. Nel dettaglio il 32% è rappresentata ai Millenial – o generazione Y, nati tra la metà degli anni ‘80 e la fine degli anni ’90 – e il 25%, uno su quattro, è composta da GenZer. Se si guarda poi al ruolo di capo gruppo – coloro che guidano un team che va dai 5 ai 50 venditori - il 21% è oggi composta da Millenials, e in molti casi si tratta di Under30 con alle spalle almeno due anni di carriera come agenti Folletto a cui sono stati affidati team di vendita contribuendone al dinamismo e al grande successo.

Dall’ultima rilevazione interna di Vorwerk su tutta la forza vendita (dicembre 2023) si evince con chiarezza il ribaltamento valoriale tra le generazioni di fronte alla scelta professionale.

Interrogati sulle motivazioni principali della scelta di lavorare per Vorwerk Folletto, tra i venditori Under40 il 46% riporta la “possibilità di crescita e alla realizzazione personale”, il 22,2% la possibilità di organizzare il tempo, mentre solo il 17,5% guarda ai guadagni e alla possibilità di indipendenza economica. La scala di valori risulta capovolta per gli Over40 che vedono ancora nel guadagno e nella dipendenza economica il principio che guida la scelta di un lavoro, la prima motivazione (per il 35,7%) e a seguire crescita e realizzazione personale (il 26,2%) e il worklife balance (solo il 14,3%).

L’affondo sulla forza vendita porta a porta di Folletto non sempre trova corrispondenza nella composizione e nelle statistiche raccolte tra gli incaricati alla vendita Bimby, dove il sistema di vendita è diverso – il cosiddetto “party-plan” ovvero la dimostrazione in casa di un ospite – e permane una preponderanza femminile. La spinta legata alla possibilità organizzare meglio i tempi di vita professionale e personale prevale qui tra le motivazioni di ingresso e permanenza della forza vendita.

«Libertà, guadagni e indipendenza sono da sempre le tre parole più utilizzate per descrivere il settore delle vendite dirette da partge degli addetti - dichiara Michela Caristia Head Sales Leadership & Training di Vorwerk Italia -. Negli ultimi anni però, abbiamo registrato un leggero cambio di percezione da parte degli addetti: insieme a un massiccio ingresso di giovani, i concetti di ‘sviluppo’ e ‘fiducia’ – ovvero l’esigenza di sviluppo personale e professionale e di creare relazioni basate sulla fiducia - sono entrati a far parte dei valori associati alla vendita diretta, e sono ora alla base delle motivazioni che spingono a iniziare una carriera da noi. Una carriera che, ricordiamo, superato lo scoglio iniziale può portare grandi soddisfazioni e un’ottima remunerazione».

Non tutti però sono portati “naturalmente” per un lavoro basato sulla relazione umana e sulla capacità di stabilire un rapporto di empatia con persone sempre diverse: c’è anche bisogno di un “metodo” che, per gli aspiranti venditori Folletto, si declina in percorsi di formazione strutturati e sempre accessibili. Dal percorso di ingresso in Folletto – cinque mesi di formazione e affiancamento “on the job” – a quello offerto a chi si candida a diventare capo gruppo e alla Folletto Academy fino al corso per diventare agenti di commercio che Vorwerk eroga gratuitamente, rilasciando la certificazione quale Ente Formatore Certificato dalla Regione Lombardia.

Oltre alla formazione sul campo, dunque, e a tanta forza di volontà, per riuscire in questo settore è fondamentale anche una preparazione teorica che insegni le basi per diventare un vero e proprio manager di sé stesso e, in molti casi, a diventare veri e propri imprenditori responsabili di un gruppo di lavoro. Come Alberto Lasia, capo gruppo Folletto attivo nella provincia di Sassari: «Ho deciso di non iscrivermi all’Università perché avevo voglia di essere indipendente e devo dire che, grazie a Folletto sono riuscito ad esserlo già da subito. Ho iniziato così a lavorare a 19 anni senza nessuna esperienza e, grazie a un affiancamento con una figura senior che mi ha insegnato le basi, diversi corsi di formazione e tanto lavoro sul campo, sono riuscito ad ottenere risultati oltre le mie aspettative. Nel 2018, infatti, ad appena 21 anni, sono stato premiato come il miglior venditore d’Italia, un riconoscimento che mi ha dato molta soddisfazione e che mi ha permesso, nel giro di due anni, di diventare un capo gruppo. Oggi a 27 anni, coordino l’attività di 25 venditori e grazie a tanto impegno, passione e una predisposizione per le relazioni interpersonali, in questi anni sono riuscito a realizzare tanti sogni, inarrivabili a un ragazzo della mia età, e a crescere professionalmente trovando in questa azienda e in questo lavoro la mia strada».

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