giovedì 11 aprile 2024
Il 13,9% di quanti hanno svolto attività di Pcto è stato successivamente richiamato dall'azienda presso cui ha svolto tale esperienza
Gli studenti apprezzano i Pcto-Percorsi per le competenze trasversali e per l'orientamento

Gli studenti apprezzano i Pcto-Percorsi per le competenze trasversali e per l'orientamento - Archivio

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A tre anni dal conseguimento del titolo di studio, in Italia ha un lavoro il 56,5% dei diplomati e il 74,6% dei laureati, molto meno che nella media europea, in cui il tasso di occupazione per chi ha un titolo di studio secondario è del 76,9%. Emergono limiti del sistema educativo, ma anche carenze nell’orientamento scolastico, con il 46,3% dei diplomati che, se potesse tornare indietro, oggi cambierebbe percorso. E si evidenzia un forte mismatch tra offerta e domanda di lavoro: nel 2023 è stata difficile da realizzare quasi metà delle ricerche di personale delle aziende, mancano candidati per 1,6 milioni di ricerche critiche e per altre 685mila i candidati non hanno le giuste competenze.

Tuttavia il 62,3% dei diplomati del 2023 si dichiara complessivamente soddisfatto dalle attività svolte nell'ambito dei Pcto-Percorsi per le competenze trasversali e per l'orientamento (l'ex alternanza scuola-lavoro). Una maggiore soddisfazione si rileva tra i diplomati professionali, seguiti dai tecnici e dai liceali (rispettivamente 82,5%, 73,3% e 52,3%). Il 61,7% le ritiene utili e anche in questo caso si rilevano differenze evidenti per tipo di diploma: 82,2% tra i diplomati professionali, 73,9% tra i tecnici e 50,9% tra i liceali. È quanto emerso dalla rilevazione sul profilo dei diplomati del 2023 e loro esiti a distanza, percorsi di orientamento e scelte nella scuola secondaria di I e II grado di AlmaDiploma. Nell'ambito dei Pcto, le attività maggiormente svolte dai diplomati, oltre all'orientamento, sono state la formazione sulla salute e la sicurezza nei luoghi di lavoro (63,0%) e lo stage (50,5%, soprattutto nei percorsi professionali e tecnici, rispettivamente 87,1% e 76,9%), seguite a distanza da Impresa in Azione (11,3%), Impresa Formativa Simulata (10,1%) e Service Learning (5,9%).

Il 73,7% di chi ha seguito le attività di formazione sulla salute e la sicurezza nei luoghi di lavoro le ritiene utili e il 65,1% le ritiene interessanti, ma i giudizi positivi sono particolarmente concentrati tra i professionali (rispettivamente l'89,7% e l'84,4%). Tra i diplomati tecnici l'attivita' di formazione e' ritenuta utile dall'84,2% e interessante dal 77,3%, mentre i liceali sono piu' critici: il 64,1% di loro ne riconosce l'utilita' e il 53,8% la ritiene interessante.

Entrando nel merito dello stage, nella grande maggioranza dei casi, gli studenti che hanno dichiarato che i compiti sono stati assegnati in modo chiaro (87,5%), l'attività è stata organizzata efficacemente (84,1%) ed è risultata utile per la formazione (79,8%).
Per quanto riguarda l'efficacia dell'attività di tutoraggio, si registra una differenza sostanziale tra quello aziendale (79,5%) e quello scolastico (70%); inoltre, il 74,8% si dichiara soddisfatto per la coerenza dell'attività di stage con una o più discipline scolastiche. La valutazione delle attività di stage è risultata più positiva proprio dove questa esperienza formativa è più diffusa, cioè negli indirizzi professionali e tecnici.

L'indagine sugli esiti a distanza permette di analizzare l'efficacia di tali esperienze, in termini di opportunità occupazionali, evidenziando come, in alcuni casi, esse si traducano in un rapporto di lavoro con l'azienda presso cui lo studente ha svolto tali periodi lavorativi.

Tra i diplomati del 2022 a un anno dal titolo di studio, il 13,9% di quanti hanno svolto attività di Pcto è stato successivamente richiamato dall'azienda presso cui ha svolto tale esperienza: sono soprattutto i diplomati tecnici (21,9%) e ancor di più i professionali (24,0%) ad aver ricevuto una successiva proposta di collaborazione dall'azienda. Inoltre, tra quanti hanno svolto Pcto durante gli studi e a un anno dal diploma dichiarano di essere occupati, il 21,5% lavora nell'azienda presso cui ha svolto tale esperienza.

Il 30% degli studenti ha difficoltà di transizione con il lavoro

La transizione dalla scuola al mondo del lavoro è un percorso cruciale per i giovani, ma sempre più spesso è un sentiero accidentato. Uno studio condotto da EY, Transizioni scuola-lavoro, mette in luce questa sfida, evidenziando un mismatch tra le competenze acquisite a scuola e quelle richieste dalle imprese, un fenomeno sempre più diffuso in Italia. Lo studio sottolinea con chiarezza l'importanza di un orientamento scolastico e professionale mirato, di un adattamento del sistema educativo alle richieste del mercato del lavoro e di interventi specifici per correggere il divario di competenze e migliorare l'allineamento tra domanda e offerta di lavoro.

In confronto alla media europea, le fasi di transizione tra scuola e lavoro nel nostro Paese risultano essere estremamente prolungate, con giovani che si ritrovano spesso a fronteggiare varie difficoltà lungo il percorso. Secondo le proiezioni di EY, il 30% degli studenti che terminano le superiori incontrerà ostacoli significativi in questo passaggio fino al 2030. In particolare, gli studenti provenienti da istituti professionali mostrano il più alto tasso di disallineamento (+94%) rispetto alle altre tipologie di scuola. Utilizzando il modello predittivo sviluppato da EY, è cruciale rafforzare le competenze sociali ed emotive, come la capacità di collaborazione, la gestione delle emozioni e la resilienza, che sono tra le più richieste dalle aziende. Questo non solo ridurrà il divario di competenze complessivo (con un'ottimizzazione del 22% nella capacità di collaborazione e del 15% nella gestione delle emozioni), ma contribuirà anche a facilitare una transizione più agevole e di successo verso il mondo del lavoro per i giovani.

Tante le buone prassi

Venerdì 12 aprile, i primi 30 studenti savonesi imbarcheranno sulle navi della Corsica Sardinia Ferries. La compagnia ha all’attivo oltre 30 progetti formativi all’anno, su tutte le linee e su tutte le navi della flotta, che servono Corsica, Sardegna, Elba e Baleari, da porti italiani e francesi. «I ragazzi potranno assistere e ascoltare gli equipaggi, comprendere le attività e conoscere una nave. In passato, il progetto di alternanza scuola-lavoro e i tirocini formativi hanno permesso alla compagnia di individuare gli studenti più meritevoli e con una maggiore attitudine per il lavoro marittimo, facendoli entrare nell’organico delle Navi Gialle», commenta Matteo Giannelli, comandante d’armamento di Corsica Sardinia ​Ferries. ​Gli studenti potranno “imparare un mestiere”, osservando il personale impegnato in tutte ​le fasi del lavoro, nelle sezioni di Coperta e Macchina. Impareranno le tecniche, le procedure e le regole. Il nuovo progetto, denominato School2Ship, salperà dal porto di Vado Ligure, a bordo della M/N Mega Express Five, dalle ore 16, con un incontro tra gli studenti, i docenti e alcuni rappresentanti della compagnia, che risponderanno alle loro domande e curiosità su vari temi. Al termine dell’incontro, gli studenti di quinta, prossimi al diploma (oltre 30 ragazzi) saranno ospitati a bordo con due docenti, per una due giorni formativa. Durante le traversate, si alterneranno ore di teoria, laboratori e cultura generale.

Wat-What a Transition, il progetto di Randstad e The European House - Ambrosetti, parte da Parma il 17-18 aprile, per arrivare a Bari il 10-11 ottobre, a Napoli il 17-18 ottobre e a Milano il 24-25 ottobre. Quattro tappe di due giorni ciascuna in diversi territori, che coinvolgeranno complessivamente 2mila studenti, 80 manager, 150 docenti, tra cui dirigenti e referenti Pcto e rappresentanti delle istituzioni locali in sessioni di lavoro, attraverso workshop e attività interattive, per mettere a sistema buone pratiche di transizione scuola - lavoro e tradurle in un piano d’azione che le renda applicabili a livello locale e nazionale. In ciascuna tappa, infatti, il primo giorno sarà dedicato a raccogliere le esperienze e punti di vista dei referenti del territorio, facendo emergere i casi virtuosi ma anche i problemi da superare, valorizzando i punti di convergenza dei diversi attori. Il secondo giorno, a conclusione dei lavori, sarà sottoscritto un “patto per il lavoro inclusivo”, ovvero un piano d’azione per la transizione scuola-lavoro di ciascun territorio, che sintetizza quanto emerso in una roadmap operativa da condividere con le istituzioni e replicare in altri territori. A conclusione del viaggio, a novembre, è in programma a Roma un momento di restituzione rivolto alle istituzioni nazionali, a rappresentanti del mondo universitario e policy makers, per condividere le evidenze emerse con le istituzioni e far sì che le esperienze di successo possano diventare un modello replicabile a livello nazionale.

Al via il progetto 2024 del Gruppo Acea. Il nuovo format, denominato GenerAzione per la Transizione - Clima ed energia, è dedicato alla formazione e all'orientamento dei giovani verso il mondo del lavoro. Il percorso, nato in collaborazione con il Consorzio Elis in continuità con i programmi precedenti, ha raggiunto la settima edizione e coinvolge 180 studenti di 11 istituti tecnici e licei di diverse regioni in cui il Gruppo è presente, come Lazio, Toscana, Umbria, Campania. Quest'anno l'iniziativa è stata, inoltre, estesa ai figli del personale. Il progetto fornisce ai giovani l'opportunità di incontrare da vicino le società del Gruppo presenti sui territori, con l'obiettivo di consentire anche l'approfondimento e la conoscenza delle aziende e dei relativi business. Gli studenti parteciperanno a una giornata di lavoro durante la quale saranno guidati dal personale Acea, per elaborare un project work sulla transizione energetica. La sessione di lavoro, un hackathon, consentirà agli studenti di confrontarsi con sfide e problemi concreti adottando metodologie di project management e si concluderà con la presentazione di soluzioni innovative e sostenibili, che saranno premiate per originalità e fattibilità. Anche quest'anno sarà messo a disposizione dei ragazzi un modulo specifico sull'orientamento ai mestieri del futuro per approfondire le competenze dei profili professionali più richiesti, come strutturare il proprio curriculum e affrontare con maggiore consapevolezza i colloqui di selezione. Il percorso è in linea con le politiche di Acea in ambito sociale volte a contribuire alla formazione delle nuove generazioni, fornendo loro strumenti efficaci per una scelta professionale consapevole e informandoli al contempo sui temi del cambiamento climatico.

Sono già quasi 5.200 le classi di ogni ordine e grado del sistema scolastico italiano che si stanno impegnando in lezioni di sostenibilità e riciclo grazie al piano di attività formative lanciato da CoReVe, consorzio di recupero del vetro. CoReVe ha infatti messo a disposizione per l’anno scolastico 2023-24 una serie di kit unplugged e digitali, progettati per essere utilizzati in modo autonomo nella costruzione di lezioni della durata di circa un’ora, dedicate alla sostenibilità del vetro e già usati da oltre 100mila studenti. Le scuole secondarie di secondo grado si stanno mettendo alla prova partecipando al Pcto con l’ideazione e lo studio di fattibilità di una vera start up che abbia come mission il riciclo, il contest vedrà sfidarsi i tre team finalisti il 16 maggio all’H-Farm Campus. Ai docenti Coreve ha dedicato percorsi formativi di 25 ore su riciclo e sostenibilità riconosciuto dal ministero dell'Istuzione e del Merito. Un approccio integrato, quindi, che mette per la prima volta a disposizione dell’intero sistema scolastico italiano materiali formativi specifici sul tema sostenibilità e riciclo per incidere sulla consapevolezza di giovani e giovanissimi. In totale, in tutta Italia sono state già convolte 2.363 scuole e tra le regioni più attive la Lombardia e il Piemonte, che hanno visto rispettivamente 352 e 277 scuole iscriversi al progetto e scaricare i materiali. Seguono la Campania e la Sicilia, rispettivamente con 245 e 239 scuole.

Ampliare l'offerta formativa mediante stage, tirocini e le diverse forme di Pcto: è questo l'obiettivo del protocollo d'intesa sottoscritto in Toscana da Cna e Renaia-Rete nazionale degli Istituti Alberghieri. Il protocollo ha come scopo la collaborazione fra Cna Agroalimentare e Renaia per dare, secondo le rispettive competenze, piena e puntuale esecuzione ad azioni di ampliamento dell'offerta formativa. Il documento promuove la riduzione delle distanze tra istruzione e formazione ed esigenze del mondo imprenditoriale, attraverso la progettazione e la realizzazione concordata di momenti di alternanza studio lavoro nell'ambito dei processi formativi. Cna Agroalimentare si rende disponibile a promuovere l'accoglienza presso le strutture associate degli studenti degli istituti professionali per l'enogastronomia, iscritti alla rete nazionale Renaia, che sono ben 200 in tutta Italia, in percorsi Pcto e tirocini per la formazione e l'orientamento. Sarà inoltre favorito l'inserimento degli studenti presso laboratori di settore al fine di affinare e consolidare le competenze tecniche dei ragazzi. Oltre a questo saranno promosse tutte le iniziative per favorire lo sviluppo sui territori di iniziative di interscambio tra mondo della formazione e del lavoro attraverso la creazione di reti funzionali tra istituzioni scolastiche, centri di formazione professionale e filiere produttive. L'accordo si propone infine di orientare e agevolare le scelte professionali dei giovani attraverso la conoscenza diretta del mondo del lavoro anche grazie ad apposite iniziative di orientamento e familiarizzazione, svolte presso gli istituti scolastici ad opera delle strutture territoriali aderenti a Cna.

Igt torna con un programma di formazione digitale gratuito dedicato alle studentesse di tutta Italia. Un progetto per trasmettere alle ragazze nuove competenze in ambito tecnologico e contribuire a colmare il divario di genere, costruendo comunità più consapevoli e inclusive per le nuove generazioni. Ai Girls è ideato e sostenuto da Igt e curato da Codemotion. Il corso di formazione digitale gratuito si rivolge a oltre 300 studentesse dai 16 ai 18 anni della scuola secondaria di secondo grado. L'obiettivo è coinvolgere le ragazze in un percorso che le stimoli a valutare un futuro di studi e professionale nell'ambito delle materie Steam (Science, tecnologia, ingegneria, arte, matematica) e dello sviluppo software, ispirando una nuova generazione di appassionate programmatrici e future professioniste delle Steam. Il corso è composto da laboratori pratici su creative coding e intelligenza artificiale da remoto, 15 ore di laboratori live con educatori esperti di didattica e tecnologia e da contenuti on-demand, 15 ore asincrone tra challenge, approfondimenti ed esercizi. A partire da marzo per dieci settimane, infatti, in accordo con la scuola sono previste per le studentesse fino a 30 ore di Pcto. Codemotion ha creato una piattaforma per mettere a disposizione delle partecipanti contenuti con tecnologie open e accessibili, sfide di coding, video tutorial creati ad-hoc, contenuti di riepilogo tra una lezione e l'altra e altro materiale pensato per agevolare la realizzazione di progetti concreti e innovativi. Una piattaforma in cui le ragazze si incontreranno virtualmente da tutti gli angoli d'Italia, dando vita a una community sicura, inclusiva e stimolante L'approccio formativo, pratico e diretto, sarà Project Based: si chiederà alle studentesse di produrre prototipi software e opere digitali che esplorino nuovi modi di migliorare la nostra società, con particolare attenzione ai temi dell'inclusività e del divario di genere, attraverso un uso creativo e consapevole dell'intelligenza artificiale. Il progetto è sviluppato seguendo le linee guida delle competenze digitali della Comunità Europea DigComp 2.2. Al termine del percorso ogni studentessa riceverà un attestato di partecipazione indicante le aree e le competenze sviluppate. Igt ha aperto la formazione gratuita anche ai docenti delle scuole da tutta Italia attraverso una serie di webinar che hanno l'obiettivo di amplificare il più possibile l'impatto del progetto, sfidando la didattica nell'era dell'intelligenza artificiale e diffondendo una conoscenza capace di superare le barriere di genere, consapevoli che anche i modelli tecnologici possono riflettere pregiudizi umani.


La formazione per il mondo del lavoro parte dai banchi di scuola. Formazione, elaborazione mentale e sviluppo dei progetti per essere pronti al salto tra libri e vita reale. La sfida del progetto Ngw parte proprio da qui: cambiare la visione e iniziare a pensare a cosa fare da grandi mentre si studiano le nozioni di italiano, matematica, scienze e storia. Un passo verso il futuro che, per 1.200 ragazzi, si chiama Pcto. Si tratta del progetto più imponente mai realizzato in Italia e riguarda la formazione dei giovani sull'intelligenza artificiale applicata sui dati pubblici. In pratica, i ragazzi che si sono iscritti al Pcto (hanno aderito al progetto 37 scuole del Centro-Sud), alla fine del corso, saranno in grado di estrarre open data dalla rete, normalizzarli per una lettura neutrale e confrontarli con basi dati di appartenenza dell'ente pubblico o privato. Una rivoluzione che darà loro un bagaglio formativo per approcciarsi al mondo del lavoro. E non in età universitaria, ma prima dei 18 anni. Già a fine marzo, i primi 600 studenti che hanno eseguito i test di ammissione al lavoro saranno pronti per essere assunti con contratti stabili di 32 ore mensili. I giovani lavoratori percepiranno uno stipendio già dai 16 anni e inizieranno un percorso lavorativo all'interno di Team formati da senior che dovranno trattare argomenti delicati che tracceranno il futuro del Paese. I ragazzi che inizieranno a lavorare potranno continuare a studiare fino a laurearsi in concomitanza dell'impiego acquisito. Con le Università si sta programmando una formazione contestuale per potenziare ulteriormente il lavoratore. Entro il 2030 ci saranno migliaia di ragazzi che avranno già una lunga esperienza di lavoro e una formazione strettamente connessa. Gli obiettivi sono ambizioni: inserire i giovani nel mondo del lavoro mentre studiano; condividere il progetto con le scuole medie superiori, insegnanti dirigenti e famiglie; creare personale che sappia difendere i dati del nostro Paese. A questo progetto lavorano oltre 100 tra ricercatori e specialisti che condividono con Centri di ricerche e Università i risultati.



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