lunedì 18 marzo 2024
La statua del padre putativo di Gesù un tempo custodita nel monastero Mater Ecclesiae in Vaticano dove ha vissuto il Papa emerito sarà collocata da martedì nella Basilica di Sant'Andrea delle Fratte
Benedetto XVI e (sulla sinistra) la statua di san Giuseppe nella cappella privata del Palazzo Apostolico in Vaticano

Benedetto XVI e (sulla sinistra) la statua di san Giuseppe nella cappella privata del Palazzo Apostolico in Vaticano - Per gentile concessione delle Memores Domini che hanno accompagnato Benedetto XVI negli anni del pontificato emerito nel monastero Mater Ecclesiae in Vaticano

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La piccola statua raffigurante san Giuseppe collocata all’interno della cappella privata del monastero Mater Ecclesiae in Vaticano, dove Benedetto XVI ha vissuto i suoi quasi 10 anni da papa emerito (dal 2013 al 2022) e il crepuscolo della sua lunga vita, da oggi avrà una nuova dimora: la Basilica romana di Sant’Andrea delle Fratte-Santuario Madonna del Miracolo, a pochi passi dalla notissima meta turistica piazza di Spagna, nel cuore della Capitale. Oggi nel giorno della solennità dedicata proprio a san Giuseppe, patrono della Chiesa universale, la statua verrà collocata ufficialmente all’interno del luogo di culto, affidato ai frati minimi, figli del carisma di san Francesco di Paola. «Per noi è un onore aver ricevuto in dono questo manufatto – racconta il parroco, padre Giacomo Maria D’Orta –, si tratta infatti di una piccola effigie di questo santo che è stato, tra l’altro, il santo protettore per tutta la lunga esistenza di papa Benedetto di cui portava il nome di Battesimo, Giuseppe, nella sua lingua madre Joseph. E penso che sia un bel regalo per tutti che ora questa piccola statua sia messa a disposizione della venerazione pubblica di tanti fedeli». E annota un particolare: «Sono stati il presidente della Fondazione Ratzinger padre Federico Lombardi e il segretario personale di papa Benedetto XVI l’arcivescovo Georg Gänswein a insistere che questo dono, dopo la morte del Pontefice emerito, avvenuta il 31 dicembre 2022, venisse posizionato proprio qui, in un luogo simbolicamente importante come la cappella dedicata a san Giuseppe. E così abbiamo esaudito il loro desiderio».

Martedì alle 18 la Messa di ringraziamento e un incontro sul gesto del dono

L’appuntamento di oggi è promosso – non è un caso – oltre che dai frati minimi che sono i custodi della Basilica anche dalla Fondazione vaticana Joseph Ratzinger- Benedetto XVI. Per l’occasione alle 18 uno dei più stretti collaboratori di papa Benedetto XVI e oggi di papa Francesco, il cardinale svizzero Kurt Koch, prefetto del Dicastero per la promozione dell’unità dei cristiani, presiederà alle 18 una Messa di ringraziamento. Terminata la celebrazione eucaristica alle 18.45 si terrà un incontro che spiegherà soprattutto il gesto con cui la statua “privata” di san Giuseppe appartenuta a Benedetto XVI viene ora posta alla venerazione di tutti i fedeli. I relatori dell’incontro saranno il cardinale Koch e padre Federico Lombardi, tra l’altro già portavoce di Benedetto XVI (2006-2013). Il porporato elvetico affronterà il tema «La Beata Vergine Maria nel pensiero di Benedetto XVI» mentre il gesuita piemontese si soffermerà su un altro aspetto del magistero ratzingeriano, «San Giuseppe nel pensiero di Benedetto XVI». Moderatore della serata sarà Luca Caruso responsabile della comunicazione della Fondazione vaticana Joseph Ratzinger- Benedetto XVI. Infine, a corollario di questo appuntamento, verrà esposto per la venerazione dei presenti, un frammento del Manto di San Giuseppe. Un evento che a giudizio di padre Lombardi permetterà soprattutto di raccontare quanto la figura di san Giuseppe sia stata una stella polare costante nel magistero ordinario degli ultimi Papi che si sono succeduti sulla Cattedra di Pietro. «Preparando il mio intervento – è l’argomentazione – sono rimasto impressionato da quanto la figura di Giuseppe sia stata centrale negli insegnamenti di papa Giovanni Paolo II e di papa Francesco a cui entrambi hanno dedicato due importanti documenti: rispettivamente nel 1989 l’esortazione apostolica Redemptoris Custos e nel 2020 la lettera apostolica Patris Corde. Addirittura papa Bergoglio ha voluto dedicare un anno speciale (2020-2021) a questa figura così silenziosa ma centrale per la vita di Maria e di Gesù di Nazareth».

Alla mente di padre Federico torna quanto la figura di Giuseppe sia stata centrale nella vita di Benedetto XVI. E come la statua del santo protettore di Joseph Ratzinger sia stata accanto, non distante dal pulpito, da dove Benedetto ha pronunciato le sue omelie domenicali per il “piccolo gregge” che affollava la cappella del monastero Mater Ecclesiae. «Nel dicembre scorso è stata resa pubblica una delle sue omelie ancora inedite della cui raccolta sto curando la prossima pubblicazione per la Libreria editrice vaticana (Lev) pronunciata nel tempo di Avvento nel dicembre del 2013, a inizio della sua rinuncia al ministero petrino – è la riflessione – tutta incentrata sulla figura di Giuseppe. In quell’intervento si evince molto della venerazione di Ratzinger per il suo santo protettore che per lui è l’uomo giusto che rispetta la legge dell’Antico Testamento. Al “suo” santo ha dedicato tante omelie e ne ha accennato in modo ampio nella sua trilogia dedicata a Gesù di Nazaret: in particolare al capitolo sull’infanzia del Signore». E aggiunge un particolare: «Mi ha colpito che recentemente in una delle sue ultime interviste del 2021 papa Ratzinger al settimanale tedesco Die Tagespost abbia voluto raccontare come la ricorrenza del 19 marzo fosse per lui, fin da bambino, e per la sua piccola famiglia bavarese un’occasione per celebrare con un pranzo e una tovaglia speciale il suo santo, di cui portava il nome Joseph anche il padre del futuro Benedetto XVI. Ed era per lui non solo la celebrazione di un onomastico come tanti ma un giorno particolare in cui al centro della tavola veniva messa una primula che simboleggiava l’inizio della primavera. Nei suoi ricordi quel giorno ha sempre rappresentato una festa semplice e familiare».

Un santo, dunque, nelle corde più intime del Papa emerito. «Certamente sì leggendo tutti i suoi scritti – è la riflessione finale di padre Lombardi– si scopre che ogni riferimento che lui dedica a questa figura non ha mai nulla di inventato ma è sempre attinente a quanto ci ha tramandato la Sacra Scrittura. Ci regala l’immagine di un uomo pio e proprio perché silenzioso accetta di compiere la volontà di Dio ed è pronto a metterla in pratica anche nella difficile missione che gli è stata affidata. Forse tutto questo ci spiega perché san Giuseppe è uno dei santi più universalmente venerati e amati al mondo».

Un particolare della statua di San Giuseppe 'appartenuta' a Benedetto XVI e collocata un tempo nella cappella privata del Pontefice emerito al Monastero Mater Ecclesiae

Un particolare della statua di San Giuseppe "appartenuta" a Benedetto XVI e collocata un tempo nella cappella privata del Pontefice emerito al Monastero Mater Ecclesiae - Basilica di Sant'Andrea delle Fratte

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