lunedì 15 aprile 2024
Dura nota del Consiglio ecumenico delle Chiese contro il decreto con cui il patriarcato ortodosso russo difendeva il carattere sovrannaturale dell'invasione dell'Ucraina da parte di Mosca
Il patriarca ortodosso russo Kirill

Il patriarca ortodosso russo Kirill - Fotogramma

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È con un sentimento di grande inquietudine e preoccupazione, che le denominazioni cristiane raccolte nel Consiglio ecumenico delle Chiese (Cec) hanno accolto le dichiarazioni con cui il patriarca ortodosso russo Kirill definiva “guerra santa” l’offensiva dell’esercito di Mosca contro l’Ucraina. Una nota firmata dal segretario generale del Cec, reverendo Jerry Pillay ricorda il decreto approvato il 27 marzo scorso dal XXV Consiglio mondiale del popolo russo, il più grande forum pubblico del Paese, tenutosi sotto la presidenza, appunto di Kirill. «Tra le altre preoccupazioni emerse dal testo – sottolinea Pillay -, il Cec non riesce a capire come si conciliare l'affermazione che "l'operazione militare speciale [in Ucraina] è una guerra santa con quanto sentito direttamente dallo stesso patriarca Kirill, né con le dichiarazioni politiche dell’organo direttivo del Cec con l’appello biblico ai cristiani ad essere operatori di pace nel mezzo del conflitto».

In un incontro del maggio 2023 con il segretario generale del Cec infatti, il patriarca Kirill aveva affermato che qualsiasi riferimento alla “guerra santa” nel contesto attuale era legato al regno metafisico, non al conflitto armato fisico in Ucraina in accordo con il segretario generale del Cec per cui nessuna guerra di violenza armata può essere “santa”. Il decreto contraddice questa posizione» osserva adesso Pillay. Lo stesso Pillay ricorda ancora che «dall’invasione russa dell’Ucraina nel febbraio 2022, i più alti organi di governo del Cec – il Comitato Centrale nel giugno 2022 e l’11esima Assemblea nel settembre 2022 – hanno affermato con forza la posizione secondo cui “ la guerra è incompatibile con la natura stessa di Dio e con la volontà per l’umanità e contro i nostri fondamentali principi cristiani ed ecumenici" e hanno denunciato esplicitamente l’invasione dell’Ucraina come “illegale e ingiustificabile». Inoltre , hanno respinto «qualsiasi uso improprio del linguaggio e dell'autorità religiosa per giustificare l'aggressione armata e l'odio». «Alla luce delle posizioni consolidate dei più alti organi di governo del Cec – prosegue la nota firmata da Pillay – il Cec non può accettare che il decreto presenti l’illegale e ingiustificabile invasione da parte della Russia del suo vicino sovrano Ucraina come "una nuova fase della lotta di liberazione nazionale della Russia"» così come la prospettiva che «tutto il territorio dell'Ucraina moderna dovrebbe entrare in una zona di influenza esclusiva della Russia».

Papa Francesco con il segretario generale del Cec, Pillay

Papa Francesco con il segretario generale del Cec, Pillay - Fotogramma

A tal proposito il segretario generale del Cec ha scritto al patriarca Kirill chiedendo «se questo decreto debba essere inteso come espressione della posizione della Chiesa ortodossa russa e come tali posizioni possano essere ricoperte da una chiesa membro del Consiglio ecumenico delle chiese e come possano essere in linea con quanto ha sentito dire direttamente dal patriarca stesso». Per questo è stato richiesto un incontro urgente in cui discutere la questione e per trovare il modo in cui le preoccupazioni sollevate dal decreto possano essere affrontate.

Fondato nel 1948, il Consiglio ecumenico delle chiese (Cec), è formato da 348 chiese membro in 110 paesi del mondo e rappresenta circa 500 milioni di cristiani. Comprende la maggior parte delle chiese ortodosse, numerose chiese protestanti storiche (anglicane, battiste, luterane, metodiste, riformate) e diverse chiese indipendenti. La Chiesa cattolica non fa parte del Cec ma partecipa come osservatrice e collabora a vari livelli, in particolare alla Commissione “Fede e Costituzione”


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