giovedì 28 marzo 2024
Non trovando spazi pubblici nei comuni di Renate e Veduggio, l'associazione musulmana "La Pace" ha incontrato la disponibilità della parrocchia. Critico il capogruppo leghista in Regione Lombardia
L'oratorio di Renate

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La festa dell’Aid El Fitr, la cena per la fine del digiuno del Ramadan, che si svolgerà venerdì 5 aprile, alle 20, nel cortile dell’oratorio di Renate, in provincia di Monza e Brianza, è diventata argomento di una nuova polemica. A sollevare il problema è stato il capogruppo della Lega in Regione Lombardia, Alessandro Corbetta. Nel mirino di Corbetta c’è la decisione del parroco della comunità pastorale di Renate-Veduggio, don Claudio Borghi, che dal 2021 è alla guida delle due realtà brianzole di 8.500 anime, di concedere uno spazio dell’oratorio.

«È opportuno – ha detto Corbetta – ­che un centro come l’oratorio, legato alla parrocchia, alla Chiesa Cattolica, diventi punto di celebrazioni di riti di altre religioni come il Ramadan? Sarebbe come celebrare la Pasqua in una Moschea». Tranquilla la risposta del sacerdote. «È una tempesta in un bicchiere d’acqua» ha replicato don Claudio liquidando questa vicenda

Don Borghi, parlando con “Avvenire”, ha ripercorso l’intera vicenda a partire da quando l’associazione culturale islamica “La Pace”, (presente in paese da diversi anni) ha chiesto di celebrare la fine del mese del Ramadan con una cena aperta a tutti.

«Mi risulta – ha detto don Borghi – che gli organizzatori si siano rivolti alle due amministrazioni comunali di Renate e Veduggio per poter disporre di uno spazio adeguato. Veduggio avrebbe risposto che il regolamento comunale dispone di poter fruire degli spazi solo per eventi sportivi. Simile la risposta di Renate, dove però a quanto sembra qualcuno avrebbe consigliato di rivolgersi all’oratorio. Del resto il nostro oratorio è aperto a tutti: volontariato cattolico in primis, pro loco, protezione civile solo per citarne alcuni. A fronte dell’assenza di spazi comunali ho quindi concesso ai responsabili di “La Pace” di poter organizzare questa festa».

Chiare, però le limitazioni poste dallo stesso don Claudio. «Non ho acconsentito alla presenza di tappeti, o di segni specifici della loro religione. Ho solo autorizzato in caso di maltempo di poter spostare l’evento dal cortile a sotto i portici antistante la struttura oratoriana».

Don Claudio, sacerdote attento al dialogo, ricorda che il 10% degli abitanti dei due comuni sono di fede musulmana. Centinaia di loro figli partecipano e sono ben integrati nell’attività sportiva, all’oratorio estivo, scuole, e nella vita cittadina. «Non ci saranno preghiere, nessuno spazio interno del centro giovanile sarà utilizzato», conclude don Borghi, confermando di aver sentito i suoi superiori diocesani.

Il sindaco di Renate, Matteo Rigamonti, si chiama fuori da questa polemica e aggiunge: «Nessuno dell’associazione islamica mi ha mai interpellato. Io sono e resto il sindaco di tutti. Rappresento gli interessi di tutta la città, comunità islamica compresa, che ha i propri spazi di proprietà dove svolge da anni l’attività culturale, ma non solo. Come sindaco della Lega su questa vicenda non mi sono mai espresso, ne voglio essere coinvolto».

Vincenzo Di Paolo, capogruppo in Provincia di Monza per il centrosinistra, è intervenuto parlando di una polemica senza senso, riferendosi alle dichiarazioni del Capogruppo leghista. «Incredibile che vogliano insegnare a un parroco come gestire gli spazi e gli atteggiamenti da tenere nei confronti di altre fedi religiose».

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