sabato 27 aprile 2024
Un suggestivo tour in bicicletta nelle terre del riso e del vino. Fra borghi antichi e storie di oggi, l'esempio di un turismo lento e sostenibile. A due passi da Milano
Le risaie della Lomellina

Le risaie della Lomellina - Ufficio stampa "Dimore e Borghi"

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C’è un al di qua e un al di là. In mezzo, il Po. Siamo in provincia di Pavia, a meno di un’ora da Milano, e un po’ da una parte, un po’ dall’altra, si sviluppa, fra la terra e l’acqua, un caleidoscopio di sapori e di saperi, di storie e di esperienze, da percorrere in vari modi. Scegliamo la bici. E partiamo dall’al di qua (se si arriva da Milano), da un fazzoletto di terra stretto fra i fiumi Sesia, Ticino e, appunto, Po: la Lomellina, la Mesopotamia lombarda. Un territorio dominato dall’acqua, disegnato dalle risaie (con tante varietà e aziende - come Santa Maria - unite nell’associazione “Lomellina Terra di Riso”) - estese su una superficie di oltre 63.000 mila ettari – dal Parco Fluviale del Ticino e da undici aree protette, sede di garzaie, che ospitano la maggiore concentrazione d’Europa di aironi. Il riso italiano parte da qui, alla fine del Quattrocento. In quel tempo, il marchese di Mantova diede diversi sacchi di riso trasportati dall’oriente a suo cugino milanese, Ludovico il Moro. La storia narra che fu il Duca di Milano Galeazzo Maria Sforza, ad avviarne nel 1470, la coltura nella sua tenuta di Villanova di Cassolnovo, vicino Vigevano. E fu grazie al genio di Leonardo da Vinci, che si realizzò un sistema di governo delle acque per l’agricoltura che ha rivoluzionato la storia di questo luogo.

Le colline con le vigne dell'Oltrepò Pavese

Le colline con le vigne dell'Oltrepò Pavese - Ufficio stampa "Dimore e Borghi"

Pedalando fra le risaie, fra gli specchi d’acqua che riflettono il cielo e le nuvole, si ha la piena percezione della straordinaria opera dell’uomo che ha saputo trasformare parte della fitta boscaglia in fertili campi. Un mosaico dove cielo e terra si confondono, fra città storiche e antichi borghi che con le loro chiese e castelli, ricordano il passato maestoso, con un peso a tratti anche maggiore di Mediolanum (ben raccontato nel percorso espositivo proposto nel Castello Gallarati Scotti di Cozzo).

Il Castello Gallarati Scotti a Cozzo (Pavia)

Il Castello Gallarati Scotti a Cozzo (Pavia) - G.Matarazzo

A Lomello, che dà il nome a questa terra che si propone come la “Piccola Loira”, si può ammirare la basilica di Santa Maria Maggiore (con la sua curiosa pianta asimmetrica) che il prossimo anno celebrerà i mille anni dalla costruzione. A Sartirana sorprende un antico magazzino di stoccaggio del riso, diventato polo culturale - La Pila - con una collezione dello stilista Ken Scott, mentre a Breme dopo aver visitato l’abbazia benedettina e la cripta, si può scoprire il mondo agricolo legato alla cipolla rossa, presidio Slow Food (la sagra è la seconda domenica di giugno).

Se sotto gli Sforza la Lomellina visse un periodo di massimo splendore con molte famiglie nobili milanesi che scelsero, sull’esempio della corte ducale, di costruirsi una residenza in campagna e stabilirono qui i loro affari, questa terra, dopo il Covid, con la richiesta di nuova qualità della vita e per contrastare il caro-casa della metropoli milanese, diventa un approdo naturale.

La Basilica di Santa Maria Maggiore a Lomello. Nel 2025 celebrerà i mille anni dalla costruzione

La Basilica di Santa Maria Maggiore a Lomello. Nel 2025 celebrerà i mille anni dalla costruzione - G.Matarazzo

Un’altra meta da vivere per la gita fuori porta, per una seconda casa, e perché no, come scelta di vita. In Lomellina, e non solo. Superato il grande fiume, ecco un altro ecosistema green: l’Oltrepò Pavese, i cui confini formano un grappolo d’uva, restringendosi e incuneandosi a punta tra Liguria, Emilia e Piemonte. Proprio la viticoltura, sviluppata nella prima fascia collinare, lungo il florido 45° parallelo, fa di quest’area fra le più suggestive a livello mondiale, con 13.500 ettari di vigneti – 4.000 dedicati al solo Pinot Nero – e oltre 300 cantine (il 25 e 26 maggio tante iniziative per il Festival dell’Oltrepò). Il prodotto di punta è lo Spumante Metodo Classico Docg, ma anche la Bonarda (vino pop da uva croatina), il Riesling, il Sangue di Giuda o lo “storico” Buffafuoco. Strade del vino da percorrere lungo la “Road to Riesling” o “la Road to Bonarda” in una forma di turismo lento, in bici, che trova sempre più appassionati: tour operator specializzati organizzano itinerari su e giù per le colline, unendo tappe enogastronomiche a visite culturali e al wellness. D’altronde, noto già in epoca romana per le acque curative della Fonte Sales, l’Oltrepò Pavese può contare su varie esperienze di benessere, come le terme di Rivanazzano (e potrebbero presto riaprire quelle chiuse da anni dell’accogliente e vivace Salice, dove segnaliamo per dormire l’Hotel Milano). Lungo la storica Via del Sale, che ha perso ormai la sua funzione commerciale, restano i lasciti delle nobili dinastie: i Visconti, i Dal Verme, i Beccaria, i Malaspina, feudatari dei castelli - che ancora oggi si stagliano all’orizzonte, vestigia di un passato maestoso, come quelli di Zavattarello e di Nizzano - e dei terreni su cui sorgono i borghi, i monasteri e le abbazie che raccontano storie secolari.

Un gruppo di ciclisti sulla GreenWay Voghera - Varzi

Un gruppo di ciclisti sulla GreenWay Voghera - Varzi - G.Matarazzo

Fra Voghera e Varzi, lungo il torrente Staffora, si può esplorare il territorio percorrendo la ciclopedonale GreenWay che ridisegna il tracciato dell’ex linea ferroviaria che collegava i due centri, attraversando borghi come Godiasco e Bagnaria. Deviazione consigliata a Cecima e d’obbligo, dopo Ponte Nizza, verso l’Eremo di Sant’Alberto di Butrio, una chicca ricca di testimonianze artistiche, luogo di pace e di spiritualità dalla vista mozzafiato, dove conoscere la figura e il messaggio di Frate Ave Maria, sintetizzabile in una espressione: «Si può essere felici». La felicità semplice che si legge sui volti di due giovani casare dell’azienda Oranami (anagramma di “Armonia”), Lara e Maria, che allevano capre e bovini (recuperando la razza varzese) e producono formaggi in una produzione totalmente biologica.

Arrivati a Varzi, destinazione finale di questo viaggio sui pedali, dopo la visita al borgo medievale con le sue chiese (quelle dei Bianchi e dei Rossi o di San Germano), la torre e il castello dei Malaspina a tavola vince l’arte della norcineria: con sua maestà il Salame di Varzi Dop, da assaggiare in una delle cantine di famiglia insieme alle diverse varietà di pane. A chiusura di un tour nel Pavese, dalla Lomellina all’Oltrepò, con un fascino sempreverde.


Il progetto "Dimore e Borghi": la rivincita della campagna

La Lomellina, l’Oltrepò Pavese e Mantovano, l’Oglio Po sono terre antiche, immerse nel verde, dove la qualità della vita include il concetto di benessere emerso, negli ultimi anni, come esigenza sociale, e che tocca diversi aspetti: la mobilità lenta, gli spazi aperti, l’offerta abitativa sostenibile (per dimensione e costi), le comunità resilienti. Valorizzare i tre territori lombardi sotto il profilo insediativo e turistico è l’obiettivo del progetto “Dimore e Borghi” sviluppato dal Gal Risorsa Lomellina, in partnership con i Gal Oltrepò Pavese e Terre del Po. Fra le misure il tour “Green Lifestyle, in bici (e non) alla scoperta di una nuova qualità di vita nelle province di Pavia, Cremona, Mantova”. Un viaggio tra le bellezze di un “altrove vicino”, che sia una fuga dalla metropoli per una giornata, un weekend o per una scelta di vita. In effetti il 15% dei milanesi sarebbe già pronto a trasferirsi in aree rurali come queste. Un dato emerso dall’indagine “Oltre Milano, nuova qualità della vita” commissionata dai tre Gal e realizzata da The European House Ambrosetti. Il 51,7% del campione si dice disponibile a farlo nel prossimo futuro.


Dalle antiche vie del mare, la dolcezza della mela Pomella

Piccola, dolce, schiacciata e croccante. La Pomella genovese è un frutto antico e prezioso, che racchiude la lunga storia di produzione e di commercio dell’Oltrepò Pavese. Un frutto quasi scomparso, che oggi, ritrova il mercato, grazie all’impegno di produttori coraggiosi che hanno scommesso sulla tipicità. Costituita anche un’associazione con sede a Ponte Nizza per promuoverne la coltivazione e la valorizzazione.

La mela Pomella dell'Oltrepò Pavese

La mela Pomella dell'Oltrepò Pavese - G.Matarazzo

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