sabato 23 marzo 2024
La risposta della città all’iter di scioglimento del comune avviato dal ministro Piantedosi: «Vogliono vincere a tavolino, no a ricatti». Ronzulli (Fi) rompe il fronte e critica il “metodo Viminale”
La piazza di Bari a sostegno di Decaro

La piazza di Bari a sostegno di Decaro - Ansa

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In migliaia intorno al proprio sindaco. In migliaia a Bari per chiedere di mettere giù le mani dal capoluogo pugliese, sotto attacco - è opinione diffusa in città - per «una manovra politica» del centrodestra che «non ha ancora scelto il suo candidato e che in città non vince da 20 anni». Dato che non considerano un atto dovuto l’invio di una commissione di tre membri nominata due giorni fa dal Viminale, per valutare lo scioglimento del Comune per mafia dopo i 130 arresti seguiti all’inchiesta della Dda denominata “Codice interno”.

Sfilano tra mille colori associazioni, studenti, politici di centrosinistra, sindacato (per lo più si vedono bandiere della Cgil) e cittadini comuni. Alcuni vestiti da supereroi, altri con la fascia tricolore per sentirsi più vicini al primo cittadino di Bari, Antonio Decaro. Nata da una mobilitazione spontanea sui social, poi vi hanno aderito, fra gli altri, Cgil, Pd Puglia, M5S, Libera Puglia, Arci Puglia, Link e Avviso Pubblico.

Decaro si presenta in piazza quando ormai è già colma. Ad accoglierlo lunghi applausi e cori di incitamento. «È una risposta meravigliosa della città per la città - dice rivolgendosi direttamente ai cittadini - è una risposta a chi pensa di utilizzare la città per la propria campagna elettorale ed è soprattutto una risposta a chi dice che Bari è sotto il ricatto della mafia». Una città, è il passaggio successivo, che «non si fa ricattare più da nessuno, né dalla mafia né dai politici perché negli ultimi vent'anni, con un lavoro quotidiano e faticoso, ogni giorno è diventata migliore. Si è rialzata, è cresciuta, ha recuperato la sua dignità e oggi è orgogliosa di essere ciò che è diventata». Decaro non vuole fare polemiche, ma considera ciò che sta accadendo «una vergogna senza confini». Non si calpesta una città - aggiunge - «solo per un calcolo elettorale, per vincere una partita a tavolino, non si calpesta la storia dei baresi perché si ha paura di perdere una campagna elettorale che perdono da 20 anni».

Accanto a lui anche il governatore della Puglia, Michele Emiliano, che ricorda «quello che la Puglia è diventata in questi venti anni», spiegando che «hanno bisogno di questa ispezione, che non è un atto dovuto, per costruirci su una campagna elettorale». In piazza, fra esponenti della politica locale e nazionale, anche la vice presidente del Parlamento europeo, Pina Picierno, a Bari «per stringere con un abbraccio popolare il suo sindaco, che è un amministratore perbene». Dal palco è il presidente di Libera Puglia, don Angelo Cassano, ad andare giù duro dando del «criminale» al ministro Piantedosi.

Vicinanza a Decaro anche da M5s e Pd, con Francesco Boccia per cui in piazza è sceso l’orgoglio barese, come risposta alle «insinuazioni del centrodestra». Fuori dal coro della maggioranza, invece, la senatrice di Forza Italia e vicepresidente del Senato Licia Ronzulli che ha disapprovato «i metodi usati a Bari» nei confronti del Comune, visto che «se ci sono state infiltrazioni mafiose sarà il ministero degli Interni a intervenire». Tommaso Foti, capogruppo di Fratelli d’Italia alla Camera, al contrario, taccia la «sinistra di essere giustizialista a fasi alterne».

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