martedì 17 ottobre 2023
Lo studio dei due organismi promossi dalla Cei indica che gli stranieri residenti restano 5 milioni, i lavoratori sono sottopagati e per le famiglie con minori è allarme povertà
Anche tra gli stranieri i primi sintomi di denatalità
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Nessuna emergenza migranti, ma un allarme povertà per le famiglie con minori aggravata dal Covid e dai salari bassi per i lavoratori. Il rapporto sull’immigrazione di Caritas e Migrantes, Liberi di scegliere se migrare o restare”, guarda all’universo dei residenti in Italia confermando che la vera emergenza è informativa e culturale. Rispetto al 3 ottobre 2013, infatti, “il confronto tra lo stile dell’informazione sulle vicende di Lampedusa e di Cutro mostra come il clima sociale e politico in Italia sia cambiato e quanto l’attenzione dei media al tema dell’immigrazione sia sempre più orientata all’allarmismo”.

I dati dicono che la popolazione residente straniera al primo gennaio 2023 ammontava a 5.050.257 persone, 20 mila in più dell’anno precedente. Il 59% dei cittadini stranieri vive al Nord, in particolare nelle regioni occidentali (il 34%) e in quelle orientali (il 25). Seguono Centro (24,5%), Sud (11,7%) e Isole (4,6%).

La Lombardia si conferma la regione più attrattiva, con il 23,1% della popolazione straniera in Italia seguita da Lazio (12%), Emilia-Romagna (11%), Veneto (9,8%) e Piemonte (8,2%). Le principali nazionalità, dopo i rumeni – il 20%, uno straniero su 5 sono sempre marocchini e albanesi (l’8,4% e l’8,3% del totale), mentre la novità è la crescita delle provenienze dal Sudest asiatico, con le persone provenienti da Bangladesh e Pakistan che sostituiscono tunisini, senegalesi e nigeriani non più presenti nella graduatoria dei primi dieci Paesi.

Sta, però, diminuendo l’apporto alle culle vuote dei neonati stranieri che dal 2012 al 2021 sono calati del 28,7%, passando da quasi 80 mila a meno di 57 mila. Il maggior numero di nuovi nati è rumeno (19,4%), seguito da marocchini (13,3%) e albanesi (11,8%). “Il modello di fecondità delle straniere – si legge nel rapporto - appare adattarsi progressivamente al contesto italiano, che non facilita la natalità”. Per contro si rileva una diminuzione del tasso di abortività, dal 17,2 per 1.000 nel 2014 al 12 per 1.000 nel 2020. Si tratta tuttavia di un tasso di 2,4 volte ancora superiore a quello delle italiane, sottolinea il rapporto.

Resta forte e in leggero aumento la componente scolastica. Gli alunni non italiani nell’anno scolastico 2021/2022, erano 872.360, settemila in più rispetto all’anno precedente.

Per i lavoratori non-Ue, il tasso di occupazione è di poco inferiore alla media nazionale (59,2% contro il 60,1). Si confermano parte importante della forza lavoro nei settori trainanti. L’aumento occupazionale si è avuto nel settore del turismo e ristorazione e nelle costruzioni. La maggiore incidenza di stranieri nel 2022 si registra nel settore dell’agricoltura (39,2% del totale). L’87% degli occupati stranieri è dipendente, il 75,2% dei non-Ue è un operaio (contro il 31,6% degli italiani). La forza lavoro straniera risulta mediamente meno istruita rispetto all’autoctona e meno pagata.

In campo sanitario c’erano 77.500 professionisti sanitari di origine straniera nel 2022. Di questi, 22 mila erano medici, per la maggioranza laureati in Italia, e 38 mila infermieri, cui si aggiungono odontoiatri, fisioterapisti, psicologi e farmacisti. Nessuno può partecipare ai concorsi per l’inserimento nel Servizio sanitario nazionale e negli ultimi 6 anni circa il 30% è tornato nel Paese di origine.

In Italia, secondo l’Istat, vivono in uno stato di povertà assoluta 1 milione e 600 mila stranieri residenti, in tutto oltre 614 mila nuclei familiari che equivalgono a circa un terzo delle famiglie povere in Italia. La percentuale di chi non ha accesso a un livello di vita dignitoso risulta essere tra gli stranieri cinque volte superiore di quella registrata tra i nuclei italiani. Svantaggio aumentato e consolidato dal Covid. Se si considerano le famiglie di stranieri con minori i dati appaiono drammatici: secondo Caritas e Migrantes, tra loro l’incidenza della povertà raggiunge il 36,2%, più di 4 volte la media delle famiglie italiane con minori.

Infine la religione. I cristiani sono il 53,5% tra gli stranieri residenti sul territorio nazionale al 1° gennaio 2023. Si contano poco più di un milione e mezzo di ortodossi stranieri in Italia, poco meno della medesima cifra di musulmani, seguiti da circa 844 mila cattolici. Guerre, violenze e persecuzioni in Medio Oriente sono state le ragioni principali di un esodo che ha visto centinaia di migliaia di cristiani in fuga dalla terra d’origine.


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