venerdì 12 aprile 2024
Notificata dalla Procura di Milano la chiusura delle indagini per il secondo dei tanti filoni che vedono invischiata la ministra del Turismo, la cui posizione si fa sempre più delicata
Daniela Santanchè con la sorella Fiorella Garnero (da Instagram)

Daniela Santanchè con la sorella Fiorella Garnero (da Instagram) - ANSA

COMMENTA E CONDIVIDI

Presunti bilanci truccati per 7 anni, tra il 2016 e il 2022, per nascondere "perdite" milionarie, per permettere al gruppo Visibilia di rimanere in piedi, ingannando gli investitori, e di conseguenza continuare a trarre "profitto" da società ancora attive. Sono una sfilza gli illeciti contabili contestati alla ministra del Turismo, Daniela Santanchè, che fondò la galassia editoriale, e agli altri ex amministratori e sindaci nella chiusura delle indagini per falso in bilancio, notificata dalla Procura di Milano. E' la seconda inchiesta del "pacchetto Visibilia" definita, in vista della richiesta di processo, dopo gli accertamenti del Nucleo di polizia economico finanziaria della Guardia di Finanza, coordinati dall'aggiunto Laura Pedio e dai pm Marina Gravina e Luigi Luzi.

Tre settimane fa i pm avevano chiuso, sempre a carico della senatrice di Fdi ed altri, tra cui il compagno Dimitri Kunz, le indagini sulla presunta truffa aggravata ai danni dell'Inps sulla gestione della cassa integrazione nel periodo Covid. Con i termini in scadenza, allo stato, la difesa della ministra non ha chiesto l'interrogatorio. E restano aperti ancora altri filoni: quello sulla compravendita della villa di Forte dei Marmi acquistata da Kunz e da Laura De Cicco, moglie del presidente del Senato Ignazio La Russa, e altri sul dissesto del gruppo Ki Group-Bioera, nel quale pure Santanchè ha avuto cariche e quote.

«Non ho niente da dichiarare», ha risposto la ministra ai cronisti dopo aver ricevuto il nuovo avviso. Venti gli indagati: oltre alla senatrice che risponde di due imputazioni, la sorella Fiorella Garnero, la nipote Silvia Garnero, il compagno Kunz e l'ex Canio Mazzaro. E poi, per responsabilità amministrativa degli enti, Visibilia Editore spa, finita in amministrazione giudiziaria dopo una causa intentata da piccoli soci, Visibilia Editrice srl e Visibilia srl in liquidazione.

Nell'accusa di false comunicazioni sociali sulla società per azioni, i pm contestano a 15 indagati, tra cui Santanchè, che fu tra il novembre 2014 e il dicembre 2021 prima consigliere, poi amministratore delegato, presidente e "soggetto economico di riferimento del gruppo", di avere "con più azioni esecutive di un medesimo disegno criminoso, in tempi diversi, ciascuno in ragione delle cariche rivestite", "consapevolmente" esposto dati falsi nei bilanci che riguardano gli anni dal 2016 al 2022. Presunti falsi pure "nelle relazioni o nelle altre comunicazioni sociali dirette ai soci o al pubblico". E ciò per "conseguire - scrivono i pm - per sé o per altri un ingiusto profitto", ossia la "prosecuzione dell'attività di impresa nascondendo al pubblico le perdite, evitando sia la necessaria costosa ricapitalizzazione, sia la gestione meramente 'conservativa'". E avrebbero così ottenuto "liquidità mediante l'emissione di prestiti obbligazionari convertibili", il "mantenimento dei rapporti contrattuali, bancari e finanziari" e "il "mantenimento della quotazione".

Tra il 2014 e il 2022 la Spa, si legge negli atti, avrebbe registrato "perdite significative e risultati reddituali operativi negativi" per milioni di euro: perdite di esercizio che vanno da oltre 1,5 milioni nel 2019 fino a oltre 3,5 milioni nel 2021. Una "evidenza" della "sistematica incapacità del complesso aziendale di produrre reddito", sempre secondo l'accusa. Malgrado ciò gli ex amministratori si sarebbero avvalsi "di piani industriali ottimistici", che "contenevano previsioni di reddito operativo" mai "rispettate".
In particolare, una delle contestazioni "chiave" dei pm, già presente negli atti dei consulenti, è quella che riguarda l'iscrizione "nell'attivo dello stato patrimoniale", nei bilanci dal 2016 al 2020, della "voce avviamento", valore intrinseco della società, per cifre che vanno dagli oltre 3,8 milioni di euro a circa 3,2 milioni, "senza procedere" alla "integrale svalutazione" già nel dicembre 2016. Anche la voce "crediti per imposte anticipate" avrebbe dovuto essere svalutata, secondo i pm, già a fine 2016, così come quella "partecipazioni in imprese controllate". Simili le altre contestazioni, tra cui quella di falso in bilancio per Santanchè anche per la gestione di Visibilia srl in liquidazione. Stralciata, invece, per una probabile richiesta di archiviazione l'accusa di bancarotta, perché al momento nessuna società del gruppo è fallita.

© Riproduzione riservata
COMMENTA E CONDIVIDI

ARGOMENTI: