mercoledì 10 settembre 2014
Ma i leader delle regioni separatiste: non resteremo con Kiev. Cominciati i lavori di fortificazione della frontiera con la Russia.
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Il presidente ucraino, Petro Poroshenko, ha promesso di dare maggiore autonomia alle regioni separatiste nell'est del Paese, anche se ha escluso che uno statuto speciale per le zone controllate dai filorussi sia un passo verso una struttura federale del Paese o la perdita parziale di sovranità sulle regione di Donetsk e Lugansk."Il protocollo di Minsk - ha spiegato - non contempla la struttura federale o l'alienazione (di territori)". Il documento in 12 punti varato venerdì dal Gruppo di Contato per la crisi (Ucraina, Russia, Osce e separatisti filorussi) nella capitale bielorussa impegna Kiev ad approvare una legge "sul regime temporaneo di autogoverno in determinate zone" delle regioni orientali. Poroshenko ha anticipato che il progetto sarà inviato al Parlamento la prossima settimana e ha chiesto ai deputati che appoggino l'iniziativa, "decisiva per la pace".Ma i leader separatisti danno una interpretazione diversa dell'accordo di Minsk e insistono nel reclamare la loro indipendenza dal resto dell'Ucraina. "Non teniamo in considerazione l'ipotesi di rimanere parte dell'Ucraina", ha detto il capo della delegazione dei separatisti al Gruppo di Contato, Andrei Purgin.Adesso occorrerà vedere cosa farà Bruxelles per la nuova tornata di sanzioni Ue, al momento congelata. "L'Europa deve essere compatta", ha chiesto il ministro degli Esteri, Federica Mogherini. "Sappiamo", ha sottolineato, "che ci sono diversi interessi e diverse sensibilità" e "continua il dibattito su come applicarle perchè vadano bene a tutti". Poroshenko ha riferito che Mosca ha ritirato il 70% dei militari russi che erano entrati Ucraina orientale. Tuttavia la cancelliera tedesca, Angela Merkel, ha esortato l'Ue a dare immediata attuazione alle nuove sanzioni. Intanto Vladimir Putin ha rilanciato l'accusa all'Occidente di strumentalizzare la crisi "per risuscitare la Nato".In questo clima ancora teso, Amnesty International ha pubblicato un rapporto che documenta, tramite immagini satellitari e testimonianze, le prove di crimini di guerra compiuti da entrambi i fronti nei cinque mesi di conflitto. Mentre in Ucraina sono cominciati i lavori per fortificare la frontiera con la Russia, da dove secondo Kiev sono penetrati uomini e mezzi a sostegno dei ribelli dell'est. L'ufficio stampa dell'operazione antiterrorismo nel Donbass parla di due linee di fortificazioni lungo una distanza di 1.500 chilometri, con circa 8.000 trincee.
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