mercoledì 13 agosto 2014
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I ministri degli Esteri dell'Unione Europea terranno un meeting di emergenza dopodomani, Ferragosto, per discutere dei conflitti in corso in Iraq e Ucraina.Lo annuncia un portavoce dell'alto rappresentante per la politica estera Catherine Ashton. Ashton - dice il portavoce - "ha deciso di convocare un meeting straordinario del Consiglio degli affari esteri questo venerdì 15 agosto a Bruxelles sulla risposta della Ue alle principali crisi in corso, con focus su Iraq e Ucraina". L'incontro è stato richiesto anche dal ministro degli Esteri italiano Federica Mogherini, presidente di turno dell'Unione europea, e dalla Francia.Nel frattempo Parigi ha deciso per sé: in una nota dell'Eliseo si fa sapere che "al fine di rispondere alle necessità urgenti espresse dalle autorità regionali del Kurdistan", spiega in una nota il presidente francese François Hollande, "abbiamo deciso, in accordo con Baghdad, di inviare delle armi nelle prossime ore", allo scopo di "sostenere le capacità operative delle forze impegnate contro lo Stato islamico". Intanto i jihadisti dell'Isis portano avanti terrore e distruzione. Secondo quanto scrive oggi il quotidiano iracheno Al Saba, il principale tempio degli yazidi, quello di Lalish, 60 chilometri a nord di Mosul, sarebbe stato distrutto con l'esplosivo dai miliziani sunniti. Il segretario di Stato americano John Kerry ha detto che gli Usa stanno studiando alcune opzioni per una evacuazione "urgente" di almeno 30.000 profughi yazidi dalle montagne del Sinjar.A Baghdad la situazione resta estremamente tesa. Almeno 6 persone sono morte e 20 sono rimaste ferite in due attentati compiuti con autobomba. Un'esplosione è avvenuta nel quartiere sud-occidentale di Bayya, con 2 morti e 9 feriti. L'altra in quello occidentale di Amil, vicino a una stazione di polizia, e ha provocato 4 morti e 11 feriti.Sul fronte politico, l'incertezza regna sovrana. Il primo ministro uscente Nuri al-Maliki ha ribadito anche oggi che resterà al suo posto fin quando la Corte federale non si esprimerà sul suo ricorso contro l'incarico a Haidar al-Abadi, suo collega di partito e come lui sciita. Due giorni fa, a quasi 4 mesi dall'esito delle elezioni, il presidente aveva assegnato l'incarico di formare un nuovo esecutivo al vicepresidente del parlamento, lo sciita Haidar al Abadi. Il premier incaricato aveva subito ricevuto il sostegno degli Stati Uniti, ma anche di Iran e Arabia Saudita. "Confermo che il governo resterà in carica e non sarà sostituito fin a quando non ci sarà una decisione della corte federale", ha dichiarato Maliki in un messaggio televisivo.Ma anche l'ayatollah Ali Khamenei si è apertamente schierato in favore di al-Abadi, confermando che Teheran gli ha ormai voltato le spalle. "Spero che la designazione del nuovo primo ministro in Iraq scioglierà il nodo, guiderà il Paese ad un nuovo governo e sarà una buona lezione per coloro che mirano alla sedizione in Iraq", ha affermato la Guida suprema iraniana.
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