martedì 5 agosto 2014
La prossima visita di Francesco in Corea del Sud: rifiutato l'invito a partecipare alla Messa a Seul, a causa delle tensioni tra i due Paesi confinanti. (Nella foto, Pyongyang)
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La Corea del Nord ha rifiutato l'invito dell'arcidiocesi di Seul e non manderà nessun "cattolico" alla messa che il Papa celebrerà nella cattedrale Myeongdong il prossimo 18 agosto. Secondo quanto riportato dall'agenzia AsiaNews, l'Associazione dei cattolici nordcoreani, un organismo fantoccio creato da Kim Il-sung, ha diffuso una lettera in cui accusa il Sud di "non aver cancellato le esercitazioni congiunte con gli Stati Uniti, gesto che rende impossibile la visita". Secondo un funzionario della Conferenza episcopale sudcoreana "questa lettera significa che il Nord trova difficile accettare l'invito e gestire la questione". L'invito era stato rivolto dall'arcidiocesi di Seul al governo di Pyongyang lo scorso 26 maggio, e poi ripetuto nei giorni successivi. La speranza era quella di far partecipare anche una delegazione del Nord alla grande messa per la riconciliazione e la pace che Francesco celebrerà durante l'ultimo giorno della sua visita apostolica nella penisola. Secondo la lettera dell'Associazione "in queste circostanze, venire a Seul sarebbe un passo agonizzante". La Costituzione nordcoreana garantisce la libertà religiosa, ma essa di fatto è inesistente nel Paese. L'unico culto ammesso è quello rivolto ai leader nazionali (il "padre della patria" Kim Il-sung e suo figlio Kim Jong-il), e i fedeli di ogni religione rischiano pene durissime - e persino la fucilazione - se vengono colti in atteggiamenti "religiosi". Nella capitale Pyongyang esistono 3 chiese, due protestanti e una cattolica, ma, commenta AsiaNews, sono definite "specchietti per le allodole" rivolti ai pochi turisti che visitano il Paese. In Corea del Nord non vi sono sacerdoti o monaci buddisti. L'Associazione sostiene di avere 3mila "cattolici" fra i suoi iscritti, ma fonti di AsiaNews stimano il numero a meno di 800: si tratta per lo più di persone molto anziane, battezzate prima della Guerra di Corea (scoppiata nel 1950) e che non hanno alcun modo di praticare la fede. In alcune occasioni particolari come Natale, è possibile che i fedeli sopravvissuti si scambino un augurio "di pace", ma nulla più di questo. Il rifiuto espresso oggi non chiude comunque la questione: Pyongyang ha un disperato bisogno degli aiuti umanitari che arrivano dal Sud, e soltanto cristiani e buddisti hanno il permesso del governo di Seul di preparare e inviare questi carichi umanitari. Inoltre, come spiega una fonte di AsiaNews che lavora in questo campo, "il Nord aspetta sempre l'ultimo momento per prendere la sua decisione definitiva. E il fatto che a rispondere all'invito sia stata l'Associazione e non il governo lascia qualche spiraglio di poter vedere una delegazione nordcoreana alla messa del 18".
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