sabato 2 febbraio 2013
​L'arcivescovo di Los Angeles, José H. Gomez, ha sollevato da ogni incarico il suo predecessore, il cardinale Mahony. La diocesi californiana, al centro di uno scandalo nel 2005, rende pubblici i documenti su 124 casi giudiziari risolti con indennizzi milionari per oltre 500 vittime.
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«Leggere questi documenti, riflettere sulle ferite che hanno causato è stata l’esperienza più triste da quando sono diventato il vostro arcivescovo nel 2011». Ha usato toni forti José H. Gomez, arcivescovo di Los Angeles, nel rivolgersi ieri ai fedeli con una lettera aperta in cui ha spiegato due decisioni di enorme impatto. La prima è la pubblicazione di documenti conservati negli archivi di Curia e che riguardano 124 casi giudiziari, 82 dei quali con riferimenti ad abusi sessuali commessi in un periodo di diversi decenni, ma che ha avuto il suo culmine tra il 1971 e il 1981. Nel 2005 l’arcidiocesi californiana, coinvolta in una causa per abusi su minorenni commessi da suoi sacerdoti, era stata costretta a pagare un risarcimento stellare di 660 milioni di dollari a oltre 500 vittime, il più alto nella storia della Chiesa americana. Nel 2007 il giudice aveva chiesto anche di rendere pubblici i file riguardanti gli accusati. Dopo una serie di confronti legali, ieri è stato Gomez a voler chiudere questa vicenda e a dare un segnale di cambiamento radicale per quanto riguarda la trasparenza, nel solco di quanto prescritto da Benedetto XVI, mettendo a disposizione sul sito diocesano circa 12mila pagine di documentazione, in cui sono stati oscurati solo i nomi delle vittime e di quei sacerdoti nei confronti dei quali le accuse non state sufficientemente provate. Ma non sono stati cancellati i nomi dei responsabili di Curia che hanno provato a insabbiare i casi che venivano via via alla luce o che non hanno riportato all’autorità giudiziaria le denunce pervenute. Tra loro il cardinale Roger Mahony, figura di grande rilievo del cattolicesimo americano, avendo retto un’arcidiocesi di 5 milioni di abitanti per quasi 26 anni, dal 1985 al 2011, e il suo vescovo ausiliare Thomas Curry, poi diventato vescovo della diocesi suffraganea di Santa Barbara. Con un atto senza precedenti nella storia recente, Gomez ha quindi sollevato da ogni responsabilità amministrativa e da ogni servizio pubblico il cardinale Mahony, che oggi vive in una parrocchia di North Hollywood, e ha accolto la richiesta del vescovo Curry di non proseguire nel suo servizio. Mahony, che ha espresso «dolore per il fallimento nel proteggere i giovani affidati alla sua cura», potrà continuare a celebrare la Messa, ma dovrà astenersi da impegni pubblici e non potrà presiedere celebrazioni. «La Santa Sede ovviamente segue con attenzione le vicende dell’importante arcidiocesi di Los Angeles, ed è informata del passo compiuto dall’attuale arcivescovo José Gomez», ha comunicato ieri il direttore della Sala stampa vaticana, padre Federico Lombardi. «I comportamenti descritti in questi documenti sono terribilmente tristi e malvagi... Non c’è scusa né è possibile ridimensionare quello che è successo a questi ragazzi» scrive Gomez nella sua lettera. Il presule ricorda quanto l’arcidiocesi sta facendo ormai da anni per superare lo scandalo e garantire sicurezza nelle sue strutture oltre che pulizia morale fra i suoi esponenti. «Nelle prossime settimane – conclude nel messaggio – affronterò queste cose in modo più dettagliato, oggi è tempo di preghiera, di riflessione e di profonda compassione per le vittime».

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