giovedì 13 agosto 2015
​La Corte suprema dello Stato ha esteso il divieto introdotto nel 2012 anche per i crimini commessi in precedenza salvando così la vita a 11 detenuti. La decisione segue il ricorso in appello di uno dei prigionieri.
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​La Corte suprema del Connecticut ha esteso il divieto di eseguire condanne alla pena capitale per tutti i detenuti nel braccio della morte delle prigioni statali. Una decisione che ha risparmiato la vita di 11 prigionieri.

Lo stop alle esecuzioni infatti era entrato in vigore già dal 25 aprile 2012, riguardava però solo i crimini commessi dopo quella data escludendo pertanto gli 11 in questione giudicati colpevoli in precedenza.

I giudici si sono espressi rispondendo all'appello presentato dal detenuto Eduardo Santiago, i cui legali hanno sottolineato che ogni esecuzione dopo il divieto avrebbe rappresentato una punizione crudele e illegittima. "La pena di morte nello Stato non è più in linea con gli standard attuali", ha argomentato il giudice Richard Palmer, evidenziando che anche l'esecuzione di persone condannate prima del 25 aprile 2012 costituirebbe una violazione della costituzione.

Negli Stati Uniti dall'inizio dell'anno sono state eseguite 18 condanne a morte, di cui dieci soltanto in Texas.

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