venerdì 31 ottobre 2014
​La revisione della legge che limitava le nascite non innesca un ciclo positivo: su 11 milioni di coppie solo 700mila hanno chiesto di avere un altro bambino.
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Nessun baby-boom. Nessuna (sperata) inversione della curva demografica. Dopo aver per oltre trent’anni “sterilizzato” la crescita, nel tentativo di governare quello che le autorità consideravano alla stregua di un mostro ingovernabile, Pechino scopre che cambiare la rotta non è così facile come si credeva. E che il ritocco alla legge del figlio unico – possono avere un secondo figlio le coppie nelle quali uno dei genitori è figlio unico – non è sufficiente. È stato il quotidiano China Daily a dare i numeri. Su 11 milioni di coppie che ne avevano il diritto, solo 700mila hanno chiesto l’autorizzazione ad avere il secondo bambino. Di queste, soltanto 620 mila l’hanno ottenuta. Poco cosa rispetto alle aspettative: le autorità avevano previsto la nascita di almeno due milioni di bambini. Un’inversione auspicata perché necessaria alla tenuta del sistema cinese. Nonostante la popolazione superi il miliardo e 360 milioni di persone, la Cina si ritrova oggi a fare i conti con 2,44 milioni di lavoratori in meno rispetto al 2013. Gli ultra 60enni sono il 14,9% del totale ed entro il 2030 rappresenteranno un quarto della popolazione totale. Ma perché i cinesi non hanno risposto all’“appello”? Secondo Lu Jiehua, professore di demografia all’Università di Pechino interpellato dal China Daily, il fenomeno è dovuto «a un cambiamento nel modo di concepire la riproduzione, in particolare nelle aree urbane ». Sempre secondo la stampa cinese, sarebbero in molti casi motivazioni di natura economica a frenare le giovani coppie.  Correggere gli squilibri della legge del figlio unico – imposta a forza di aborti forzati, minacce, torture – si dimostra dunque impresa non facile. Il rapporto medio tra i sessi resta sbilanciato: l’anno scorso c’erano 120 maschi ogni 100 femmine (con punte di 160 a 100 in alcune province). Nel 2013 all’appello mancavano circa 34 milioni di donne.
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