lunedì 18 agosto 2014
​I peshmerga adesso stanno avanzando verso Wanna, sulla strada di Mosul. Continuano i raid americani contro i jihadisti del Califfato, che però continuano ad assediare la città di Amirli.
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Ieri i Peshmerga, le forze armate dei curdi, hanno riconquistato diga di Mosul, che era caduta in mano ai jihadisti del Califfato. Alcuni edifici dell'impianto sono stati però minati e quindi devono essere bonificati. Ne hanno dato notizia gli stessi curdi. Un luogo di importanza strategica fondamentale, che poteva anche diventare una vera e propria bomba in mano ai terroristi. Non solo il controllo dell'acqua di questa diga è vitale per gran parte dell'Iraq, ma se le paratie fossero aperte di colpo o, soprattutto, se la diga venisse fatta saltare, un'enorme massa d'acqua allagherebbe la pianura anche fino alla capitale Baghdad. Oggi le forze curde, sempre appoggiate dai raid aerei americani (il Pentagono ha fatto sapere che oggi sono stati effettuati 15 nuovi bombardamenti aerei nelle vicinanze della diga di Mosul), stanno avanzando verso la cittadina di Wanna, 25 chilometri a Sud della diga di Mosul. Wanna si trova sulla strada tra la diga e il centro di Mosul. Le fonti affermano che i Peshmerga si apprestano a marciare verso Tal Kayf, una città solo a una ventina di chilometri a Nord di Mosul. Resta da capire se poi i curdi vorranno avanzare fino a Mosul. La città infatti è in territorio arabo e molti leader curdi ritengono che la riconquista spetti al governo di Baghdad. Intanto continua la tragedia delle popolazioni sotto il fuoco dell'Isis, come nella città di Amirli, dove sono rimasti 15-20mila turcomanni sciiti. Alcuni sono stati trasferiti dall'aviazione irachena, ma le persone della città non possono uscire. La scorsa settimana era stata fatta una trattativa per far uscire donne, bambini e anziani fino a Suleimaniah. Dopo queste negoziazioni Isis ha attaccato l'area e 30 persone sono morte nel tentativo di uscire dalla città. La situazione umanitaria ad Amirli sta deteriorandosi pesantemente per carenza di cibo, carburante ed energia: l'acqua non è potabile. I servizi medici sono assenti perché non c'è accesso all'ospedale. Due donne sono morte dando luce ai loro bambini per la impossibilità di accedere a un ospedale.
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