martedì 17 giugno 2014
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​“Se ti dico “droga” che cosa mi rispondi?” “E se ti racconto che mi faccio che cosa provi?” Domande apparentemente banali: vengono fuori spontaneamente negli incontri al pub fra amici, il sabato sera. In quegli interrogativi, però, è nascosta la chiave per far crescere nei giovani la consapevolezza sul problema stupefacenti e narcotraffico. Ne è convinta la Commissione nazionale contro la dipendenza, organismo della Conferenza episcopale argentina. Nel Paese il livello di consumo cresce e soprattutto dilaga lo spaccio. Colpa dei grandi gruppi criminali che, negli ultimi anni, hanno dislocato in Argentina i laboratori di produzione di cocaina e droghe sintetiche. Pasticche e polvere bianca vanno in gran parte verso il Nord, ovvero Europa e Usa. Gli scarti vengono, invece, smerciati agli sbandati della baraccopoli o villas miserias, come le chiamano gli abitanti. Con effetti devastanti. Eppure proprio dai giovani può nascere una nuova consapevolezza per sradicare o almeno allentare la morsa del narcotraffico sul Paese. Basta farsi e fare le domande giuste. Da qui la campagna “Domandati-domandagli”. Ai ragazzi viene chiesto di impugnare telefonino, tablet o videocamera ¬– qualunque delle tecnologie disponibili – e riprendere le risposte di amici e compagni. I video devono essere caricati sulla piattaforma http://preguntatepreguntale.com/ e saranno oggetto di discussioni, incontri e seminari nelle scuole, associazioni, parrocchie, circoli. L’obiettivo è comprendere davvero che cosa si nasconde -¬ a livello di danni alla salute e criminalità - dietro la falsa idea di sballo.
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