mercoledì 17 settembre 2014
Il presidente Ugo Patroni Griffi spiega come sta operando per rilanciare la storica rassegna del Meridione italiano, tra tagli e innovazione.
COMMENTA E CONDIVIDI
In carica da poco più di un anno, Ugo Patroni Griffi, presidente della Fiera del Levante di Bari, arrivata quest'anno all'edizione numero 78, si è preso un impegno non di poco conto: risanare un’azienda che, dopo i fasti e gli sprechi dell’epoca dei finanziamenti statali, era piombata in una crisi così profonda da metterne in dubbio perfino la sua stessa sopravvivenza. “Quando ho assunto la guida della Fiera, l’ente era palesemente decotto e con problemi economici gravissimi, con l’aggravante che gli stessi soci non avevano la consapevolezza di questi problemi. La scelta che mi sono trovato ad affrontare era se mettere in liquidazione l’ente, oppure se ristrutturalo. Alla fine è stata scelta questa seconda opzione e nell’ultimo anno abbiamo deciso di portare avanti un piano di ristrutturazione, fatto soprattutto di razionalizzazioni e risparmi”, spiega ad Avvenire il presidente della Fiera del Levante. “In un anno abbiamo risparmiato un milione di euro, pari al 35% dei nostri costi – aggiunge il presidente dell’unica grande fiera del Sud Italia -, intervenendo soprattutto sul costo del lavoro, che ormai aveva raggiunto livelli altissimi, 3,7 milioni di euro su di un fatturato di 7 milioni, mentre nelle altre grandi fiere italiane il costo del lavoro al massimo raggiunge il 19% del fatturato. Noi abbiamo fatto una scelta coraggiosa, quella di dichiarare 45 esuberi, senza però lasciare a casa nessuno grazie alla stipula di un contratto di solidarietà che ci ha permesso di risparmiare 700mila euro quest’anno, e 1,7 milioni dal prossimo. E’ tanto, ma ancora non abbastanza, in quanto vorremmo abbattere ulteriormente il costo del personale. Per questo presenteremo presto in consiglio d’amministrazione un piano di incentivi all’esodo e ricorreremo alla cosiddetta mobilità infragruppo con i soci, che finora ha già prodotto la disponibilità di 17 posizioni lavorative”. “Al di là della questione costi - continua -, cercheremo di favorire lo sviluppo economico della Fiera attraverso la privatizzazione di alcuni immobili, con convenzioni con università e soggetti privati per l’utilizzo delle nostre strutture per l’organizzazione di mostre, spettacoli e grandi eventi, in quanto il nostro auditorium per esempio è l’unico in tutta l’Italia meridionale a poter ospitare fino a 10mila persone”. Il tutto accompagnato da un rilancio della Fiera del Levante a livello di contenuti. “In effetti la Fiera era un po’ ammuffita, ma quest’anno abbiamo fatto scelte coraggiose proponendo tantissime novità, come Creattiva, la rassegna riservata alle arti manuali o il salone dedicato agli animali di compagnia, che hanno fatto sì che solo nella giornata di domenica si registrassero ben 49mila presenze a livello di visitatori. Ma noi ci rivolgiamo anche alle aziende, pugliesi e non solo, interessate a scoprire le opportunità a scoprire le opportunità di sviluppo sui mercati internazionali attraverso dei country desk che hanno l’obiettivo di fornire una serie di servizi informativi e consulenze per assistere le imprese nella ricerca ed individuazione di nuovi mercati esteri. Quest’anno avremo, in particolare, nonostante i noti problemi politici in corso sul Medio Oriente e in Ucraina, avremo incontri con i rappresentati delle ambasciate e delle camere di commercio di Russia, Kazakistan, Iran, oltre che con rappresentanti di numerosi altri paesi dei Balcani, dell’Est europeo, del Mediterraneo e dell’Estremo Oriente”.
© Riproduzione riservata
COMMENTA E CONDIVIDI

ARGOMENTI: