martedì 29 luglio 2014
Secondo i calcoli dell'Ufficio studi di Confcommercio è pari al 53,2% del Pil. Sangalli (nella foto): «Meno tasse e meno spesa pubblica».
SECONDO NOI Sull'evasione il neodirettore Orlandi sbaglia... indirizzo
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Confcommercio denuncia il «record mondiale italiano» delle tasse. Mentre il neo direttore delle Entrate promette un fisco più semplice e amichevole (ma non tenero con gli evasori). Secondo i dati presentati  dall’organizzazione degli esercenti nel 2013 il carico fiscale nominale è arrivato al 44,1% del Pil. Ma quello effettivo, ovvero tenendo conto di chi non paga (l’economia sommersa vale il 17,3% dell’economia) ha toccato il picco del 53,2% del reddito nazionale. Un dato, accusa il presidente Carlo Sangalli, che «mortifica la crescita», non a caso ancora più debole del previsto. Confcommercio ha rivisto al ribasso le stime del Pil: 0,3% invece dello 0,5% nel 2014. Per i consumi c’è una mini-ripresa grazie all’effetto del bonus 80 euro: a fine anno, secondo l’Ufficio studi, la spesa delle famiglie arriverà a un +0,2%. Nel 2015 le stime danno il Pil a +0,9% e i consumi a +0,7%. Con il rischio sfiducia che potrebbe innescare «revisioni al ribasso». Per Sangalli il taglio delle tasse è un «passaggio ineludibile» per spingere l’economia. Se non cresciamo «non solo i problemi non si risolvono ma si acuiscono». A cominciare dai conti pubblici: «Non si può escludere che a ottobre sarà necessaria una manovra correttiva». Una piccola boccata d’ossigeno arriverà dal ricalcolo del Pil dei Paesi europei includendo i proventi delle attività illegali. Per l’Italia questo determinerà una discesa del deficit dal 2,6% al 2,5% del Pil, liberando risorse spendibili per circa 1,7 miliardi, aggiunge l’analisi di Confcommercio.La manovra bis viene esclusa dal viceministro dell’Economia Enrico Morando che conferma invece il «poco invidiabile primato» italiano nella tassazione di lavoro e imprese in ambito Ocse. «Se il Pil nazionale cala il doppio rispetto ad altri significa che ci sono problemi strutturali che non dipendono dalla simpatia del presidente del Consiglio di turno», ha affermato.Invoca un fisco più semplice e più amico dei contribuenti, il neo direttore dell’Agenzia delle Entrate Rossella Orlandi (che alla sua prima uscita in Parlamento è incappata in uno "scivolone" sulla cultura cattolica). L’altra priorità resta la lotta all’evasione, a partire dal contrasto delle frodi che dilagano in modo «incredibile». Sul lato delle semplificazioni serve una «rivoluzione copernicana» nel rapporto tra fisco e cittadini. «Io che sono una esperta ho perso un pomeriggio per cercare di capire che dovevo fare con l’Imu di casa mia», ha ammesso. Il percorso per un fisco più collaborativo comincia con l’avvio della sperimentazione del 730 precompilato. «Sarà l’amministrazione ad arrivare a casa del contribuente che, se accetterà il modello precompilato, avrà chiuso con i suoi doveri fisco». L’altra parola chiave è la legalità: ci deve essere un cambio di clima nei confronti dell’Agenzia, avverte Orlandi, e smetterla con «il clima scandalistico» e le «polemiche senza approfondimenti» che portano «i miei 41mila colleghi a essere martirizzati, tirandogli anche le bombe». Intanto l’Agenzia ha accelerato la procedura dei rimborsi Iva ma differenziando tra tipologie di contribuenti. Nel caso di «imprese normali, virtuose cerchiamo di dare i rimborsi Iva in tempi brevi». Più controlli sulle altre.
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