venerdì 15 febbraio 2013
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Quando nel 2006 è uscito The Thrill of the Chaste («Il brivido di essere casti»), Dawn Eden è stata salutata negli Usa come una delle più brillanti saggiste cattoliche della nuova generazione. Il libro, che ha avuto un grande successo di pubblico ed è stato tradotto in più lingue, è una difesa della virtù oggi più derisa, la castità, e allo stesso tempo è uno sguardo ironico e sottile sul mondo libertino celebrato in modo caricaturale dal serial tv Sex and the City. Un mondo di cui Dawn Eden ha fatto parte come ebrea liberal, trasferitasi a New York per salire in fretta i gradini di una carriera nel giornalismo musicale. La svolta esistenziale per lei, ossia la conversione al cattolicesimo, è arrivata dopo un percorso intrecciato di soddisfazioni professionali e di inquietudini crescenti, esplose nell’incontro con un maestro della prosa e campione di arguzia spirituale come G.K. Chesterton. Eden, che nel frattempo è diventata una conferenziera ricercata e si è trasferita a Washington per studiare teologia con i domenicani, l’anno scorso ha colpito il pubblico con un libro che muove ancora da un dato biografico, ma dei più drammatici: l’esperienza di un abuso sessuale subito quando era una bambina di appena sei anni. Mentre al sabato andava con la madre in sinagoga e veniva lasciata giocare nell’adiacente biblioteca della comunità ebraica, l’addetto ai libri approfittava di lei. Quel vissuto traumatico Eden l’aveva semplicemente «coperto» con le esperienze della vita, come si può coprire il cratere di un vulcano ancora attivo. La sua guarigione è arrivata con la presa d’atto di una ferita da sanare e con l’aiuto, oltre che di uno psicologo, dei compagni di strada speciali incontrati negli ultimi anni: i santi. Ne è nato My Peace I give you, vi do la mia pace (Ave Maria Press), un libro dedicato a tutti coloro che hanno sofferto abusi nell’età più innocente della vita. È un viaggio toccante che parte dai nodi più angoscianti di chi è stato violato (dal senso di colpa per non essere fuggiti dal proprio aguzzino, dal sentirsi macchiati nell’anima oltre che umiliati nel corpo) e li illumina con l’insegnamento e l’esempio di grandi figure della storia della Chiesa. Dalla polemica di Agostino con i pagani (nella Città di Dio) i quali sostenevano che le vergini violate non fossero da considerare appunto più vergini, mentre il santo d’Ippona ribatteva con sdegno che la loro purezza rimaneva intatta; all’esempio dei beati che sono passati per la prova di un abuso sessuale, realizzato o tentato. Come Laura Vicuña (1891-1904), la piccola cilena perseguitata dal compagno della madre, morta perdonando il mostro che aveva in casa e offrendo la vita perché sua madre riuscisse a lasciare lui e lo stato di peccato in cui lei stessa viveva. «Dio ha permesso che il mio cuore fosse ferito così che io potessi ripararmi nel suo cuore trafitto» scrive Dawn Eden, «e così che Gesù potesse trovare un posto nel mio. Ma, al di là di questo, ha permesso tutto ciò perché il mio cuore fosse grande abbastanza per offrire rifugio alle altre anime ferite, portando a loro quello stesso Cristo che ho ricevuto io».
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