martedì 3 maggio 2016
EBRAISMO L'elogio della donna
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Ogni ebreo, secondo le proprie possibi-lità, segue il principio del Tichun Olam: il processo di migliorare il mondo, un mondo imperfetto che ognuno di noi deve, anche in piccolissima parte, contribuire a migliorare. Molti non sono osservanti ma tutti sanno cosa sia la Torah, cosa sia il Kippur e cosa sia lo Shabbat.  L’osservanza dello Shabbat in famiglia è qualcosa che parla di una spiritualità quasi tangibile. Le luci dello Shabbat riempiono le case del loro significato più bello e le famiglie riunite intorno alla tavola ripetono un rituale antico. Spesso alcune frasi della Torah vengono citate negativamente, come per esempio in una delle preghiere in cui l’uomo recita: «... ti ringrazio per non avermi creato donna»; ma ogni parola della Torah va interpretata, non presa alla lettera come ci spiega il Talmud: «grazie per non avermi fatto donna perché io posso così onorarti con l’osservanza delle mitzvot » dal momento che alla donna, nel rispetto del suo ruolo, sono prescritte, invece, soltanto tre mitzvot. La Torah è piena di bellissime figure femminili: Miriam, la sorella di Mosè osa sfidare il Faraone; Sarah ha una profonda intesa con il marito e una immensa capacità di accoglienza (si dice che la tenda di Sarah fosse aperta da tutti e quattro i lati per poter accogliere i viandanti); Rachele e Lea hanno vissuto un intenso rapporto tra sorelle pur condividendo lo stesso uomo; Rebecca comprende l’anima dei propri figli e li asseconda; Deborah, profetessa e generalessa crea un esercito, vince e fa molto di più. Durante la preghiera per l’entrata dello Shabbat si usa leggere l’Eshet Chail, un vero e proprio inno alla donna, alle sue capacità, al suo ruolo essenziale per l’osservanza dello Shabbat; poi, per finire, il Cantico dei cantici in cui l’elogio alla donna raggiunge livelli di particolare apprezzamento. Nel Talmud è scritto: «La donna è uscita dalla costola dell’uomo, non dai piedi perché dovesse essere pestata, né dalla testa per essere superiore ma dal fianco per essere uguale… un po’ più in basso del braccio per essere protetta e dal lato del cuore per essere amata». Ciò nonostante, il ruolo della donna è sempre “subordinato” all’utilità dell’uomo: questo però non è particolarità dell’ebraismo, è storia del mondo e delle sue religioni. Malgrado i loro importanti impegni professionali e sociali, il ruolo che le donne sentono di più nell’ebraismo è comunque quello di testimone e custode della tradizione.
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