lunedì 20 agosto 2012
​Somministrazione di farmaci imperfetti, pericolosi per la salute pubblica, truffa e associazione per delinquere: sono i reati ipotizzati dalla Procura della Repubblica di Torino che ha chiuso le indagini preliminari sulle attività della onlus Stamina Foundation.
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Somministrazione di farmaci imperfetti, pericolosi per la salute pubblica, truffa e associazione per delinquere: sono i reati ipotizzati dalla Procura della Repubblica di Torino che ha chiuso le indagini preliminari sulle attività della onlus Stamina Foundation. Nell'inchiesta, avviata circa tre anni fa e coordinata dal pm Raffaele Guariniello, sono indagate 13 persone, fra le quali alcuni medici e il presidente della Stamina Foundation, Davide Vannoni, di 42 anni.La Procura di Torino ipotizza che le terapie collegate alla Stamina Foundation, alle quali sono state sottoposte alcune decine di pazienti, non siano rispondenti alle norme di tutela e garanzia della salute pubblica. Inoltre, i pm ipotizzano che ciascun paziente abbia versato alla Stamina Foundation somme di denaro fra i 30.000 e i 50.000 euro. Alcuni dei pazienti hanno presentato esposti-denuncia alla magistratura. Nell'inchiesta la Procura ha ricostruito l'attività della Stamina Foundation, a partire dalle prime iniziative che furono avviate a Torino, in locali in via Giolitti. La Stamina Foundation è coinvolta nella vicenda della bambina di due anni, malata di atrofia muscolare dalla nascita, alla quale è stata bloccata la cura sperimentale con cellule staminali alla quale era sottoposta nell'ospedale di Brescia.Il blocco è stato disposto, lo scorso 15 maggio, dall'Aifa (Agenzia Italiana del farmaco) dopo un'ispezione congiunta dei Carabinieri del Nas e degli ispettori dell'Aifa nei laboratori dell'ospedale di Brescia. Per rimuovere il blocco deciso dall'Aifa, i genitori della bambina hanno presentato un ricorso al Giudice del lavoro di Venezia, che dovrebbe esaminare la vicenda martedì prossimo, 21 agosto. Dopo il blocco disposto a maggio, il Ministro della salute, Renato Balduzzi, ha disposto un'indagine amministrativa e un'ispezione da parte degli ispettori dello stesso Ministero della Salute e dell'Aifa, insieme al Centro nazionale Trapianti e ai Carabinieri del Nas. A seguito di questa nuova ispezione è stato redatto un nuovo rapporto che è ora al vaglio della Procura della Repubblica di Torino.
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