Vecchie carrozze recuperate da treni disparati formano uno strano convoglio in partenza dal binario 16. Nessun tabellone elettronico indica la destinazione, nessun altoparlante la annuncia, ma sui finestrini è scritta in rosso, "TRENO PER AUSCHWITZ". Sotto, il percorso: "Milano Centrale - Verona Porta Nuova - Salzburg - Krakow - Plaszow e ritorno". E ritorno, grazie a Dio. Perché non basta il grande sole giallo con un sorriso al centro, dipinto sulla fiancata della carrozza numero 1 (il residuo di un vecchio treno vacanziero?), e nemmeno pensare che sono passati 70 anni. L’uomo fa ancora paura.
"Son morto ch’ero bambino, passato per il camino e adesso sono nel vento", cantava esattamente cinquant’anni fa Francesco Guccini nella sua Auschwitz, così è lui oggi a salire sul treno della Memoria (allestito da Cigl, Cisl e Uil Lombardia), con 449 studenti e un compagno di viaggio d’eccezione, l’arcivescovo di Bologna Matteo Zuppi. Arrivano insieme, così vicini e così diversi, e insieme avranno cinque giorni per sondare il mistero del male, il miracolo del bene…