giovedì 2 febbraio 2012
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Una fontana di iniziative zampillante come l’acqua della vita. Questo sarà, in tutta Italia, la 34ª Giornata nazionale per la vita, in programma domenica, ma con premesse anche domani e sabato: in pratica un «triduo» sul tema: «Giovani aperti alla vita». Verranno proiettati film, come a Milano (Non lasciarmi di Mark Romanek), Monopoli (Juno di Jason Reitman), Pesaro (American Life di Jason Reitman), Alcamo (Due cuori e una provetta di Josh Gordon) o Marsala (Il segreto di Esma di Jasmila Zbanic).Cineforum e dibattiti, ma anche raccoglimento e preghiera. Veglie si terranno a Bari (parrocchia del Preziosissimo sangue in San Rocco), nella basilica di Este (dedicata alla figura di Maria Cristina Mocellin che diede la vita per il bambino che aveva in grembo), a Trieste (Santa Maria del Carmelo), a Giussano (Chiesa dell’Addolorata), a La Spezia (Cattedrale di Cristo Re) o a Vicenza (Basilica dei SS. Felice e Fortunato). La Giornata della vita parla allo spirito, e alla testa. Ad Avetrana un convegno su «Le frontiere odierne della bioetica»; a Bologna su «Aborto, fecondazione artificiale, eutanasia: istruzioni per il non uso»; a Dueville sul tema «Pillole che uccidono. Dopo l’aborto quale speranza?»; a Latina conferenza su «La psiche umana e la vita nascente».
Ma non c’è solo la vita che nasce: Marsala lo ricorda con il convegno «Il dramma dell’eutanasia»; la Pontificia Accademia della vita di Roma con la tavola rotonda «Nessuna vita è inutile. Una scelta di vero amore non lascia solo nessuno». Si scenderà in piazza: sabato a Palermo per la «Marcia per la vita», organizzata dalla Milizia dell’Immacolata e dall’associazione Voglio Vivere. «Accogliamo la vita, sempre!» è il tema della fiaccolata prevista, sabato alle 19.30, a Pompei. Giovani e famiglie, dopo la recita del Rosario e la Messa nella parrocchia Sacro Cuore, si muoveranno verso il santuario dove saranno accolti dall’arcivescovo Carlo Liberati. Infine tante parrocchie a distribuire migliaia di primule, il fiore che nasce vincendo il gelo dell’inverno. «Queste iniziative testimoniano di un fermento di segnali in difesa della vita – commenta don Paolo Gentili, direttore dell’Ufficio nazionale per la Pastorale della famiglia della Cei – ma il vero bene è silenzioso. Ci sono segnali nascosti come tante famiglie che crescono un bambino tra mille difficoltà. O come i fidanzati che nonostante il costo delle case e la disoccupazione decidono di creare una famiglia e procreare. Per loro la giornata della vita è tutti i giorni». Per luoghi, date e orari: http://www.mpv.org/mpv/download/GIOVITA2012/ eventi.html. Daniele Piccini
 
Il Messaggio dei vescovi per la 34ma Giornata nazionale per la vita, in programma domenica, si rivolge ai giovani, indicandoli come i veri protagonisti della cultura per la vita. Ma cosa li motiva a impegnarsi nella difesa della vita? A quali condizioni? Abbiamo raccolto qualche risposta tra associazionismo e comunità ecclesiale.
Si legge nel Messaggio Cei che «per educare i giovani alla vita occorrono adulti contenti del dono dell’esistenza». Franco Miano, presidente Azione Cattolica: «Il coinvolgimento, la forza, dei giovani viene loro dalla testimonianza di chi ama la vita. Vanno sostenuti, motivati, aiutati da adulti capaci di fargli gustare appieno la bellezza della vita. Solo così ne coglieranno il senso anche nelle situazioni più difficili, più fragili. C’è una cultura dei diritti che rischia di fornire una visione della vita parziale, frammentata, ma per crescere serve una visione unitaria della persona».
 
«Se non si educano i giovani... si finisce per impoverire l’esistenza di tutti». Lucio Romano, copresidente nazionale Associazione Scienza & Vita: «Quando si parla di vita si dicono cose alte e semplici, immediatamente comprensibili da tutti. I giovani in particolare, hanno una sensibilità attenta nel recepire i valori, sono naturaliter portati alla difesa della vita e della sua dignità. Educare alla "cura della vita" oggi è tanto più importante perché significa educare alla democrazia, per non rischiare di smarrirsi in una società che non riconosce la centralità di ogni essere umano».
«Molti giovani... non aspettano altro che un adulto carico di simpatia per la vita». Giovanni Paolo Ramonda, presidente Comunità Papa Giovanni XXIII: «Don Oreste diceva che dobbiamo rendere simpatica la vita ai giovani e i giovani devono scoprire che la vita è meravigliosa. Molte delle nostre giovani famiglie, aperte alla vita debole, fragile, con gravi disabilità, hanno ricevuto dai loro genitori la testimonianza di accoglienza e si predispongono al servizio grazie all’esempio ricevuto. Altri si professano non credenti, poi si schierano da subito senza timore con i più poveri e i più bisognosi: scoprono che anche per loro ci può essere una missione».
«La vita è un bene non negoziabile». Don Nicolò Anselmi, responsabile Servizio nazionale per la Pastorale giovanile: «Il desiderio di donare amore appartiene ai giovani: generosità che diventa fecondità. I giovani sentono più degli altri la bellezza di una vita che sta sbocciando proprio perché anche loro si stanno aprendo alla pienezza della vita. Vivono di speranza e di sogni e respingono una cultura di morte che soffoca il futuro, la speranza, le prospettive. Sanno che non è in gioco un valore astratto, ma si sta parlando di persone. Con una spiccata sensibilità per la giustizia, si schierano da subito contro tutto quello che è sopraffazione sul più debole, disparità».
«Chi vuol farsi padrone della vita invecchia il mondo». Carlo Casini, europarlamentare e presidente MpV: «La vita è giovane! La giovinezza è fiducia in se stessi, spirito di avventura. I giovani hanno l’istinto del futuro, sono proiettati nel futuro. E la vita è futuro, perché la protezione della vita è connaturata ai giovani, alla loro esperienza, al loro vissuto. Un segno di questo interesse? Il concorso europeo promosso dal Movimento per la vita: in 25 anni ha partecipato più di un milione di giovani. Il coinvolgimento misura la realtà del valore della vita».
 
«La vera giovinezza risiede e fiorisce in chi non si chiude alla vita». Don Andrea Manto, direttore Ufficio nazionale per la Pastorale della Sanità: «Servono tre parole-chiave: amicizia, progetti, testimoni. I giovani esprimono una vitalità sana, gioiosa e dirompente, che è in sé stessa la modalità più naturale e "contagiosa" di difesa della vita. Infatti i giovani, anche quando attraversano un momento di tristezza o di incertezza rispetto al valore della propria vita, sono attratti dalla compagnia dei loro amici e si attaccano alla vita se non si sentono soli e trascurati. Altra solida modalità è la prospettiva di costruire qualcosa che abbia valore, dare consistenza ai propri desideri e inseguire sogni e aspirazioni. Voler bene ai giovani significa farsi promotori di una mentalità di accoglienza e di apertura alla vita». Emanuela Vinai
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