venerdì 15 gennaio 2016
Savarese (Manif pour tous): a Roma per affermare il diritto dei bambini «ad avere una mamma e un papà».
Renzi: presto la legge, sui nodi decisivo il voto segreto
Dialogo Tarquinio-Garavaglia: i rischi della "stepchild" e la libertà buona della «piazza» | DOSSIER
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​"Tutti i sondaggi dicono che gli italiani sono del tutto contrari al matrimonio gay e alle adozioni gay, e ancor più all'utero in affitto". Lo afferma all'Agi Filippo Savarese, portavoce in Italia di Manif pour tous e Generazione Famiglia. Oggi il comitato promotore ha sciolto le riserve e annunciato con un comunicato siglato da Difendiamo i nostri figli che sabato 30 gennaio, con inizio alle 11.30, a Roma ci sarà una «grande manifestazione di popolo a difesa della famiglia e del diritto dei bambini ad avere una mamma e un papà». Tra i promotori anche Toni Brandi, presidente dell'associazione Pro Vita onlus e del Comitato Difendiamo i Nostri Figli, che ha commentato: «Dobbiamo fermare questo disegno di legge (il ddl Cirinnà sulle unioni civili, ndr) ingiusto, discriminatorio, pretestuoso e incostituzionale. Alle agenzia di stampa Filippo Savarese poi ha aggiunto che l'obiettivo è "chiedere che il ddl Cirinnà sia ritirato immediatamente e per sempre". Secondo Savarese, il ddl Cirinnà rappresenta infatti "una legge che porta tutte queste cose in modo nascosto e surrettizio, magari con l'aiuto del primo giudice 'pilotato' dopo l'approvazione in Parlamento". "In tal senso Generazione Famiglia - spiega - ha parlato di bomba a orologeria". "I motivi della nostra contrarietà - insiste il portavoce - sono ormai noti e sempre più largamente condivisi, al di là delle appartenenze religiose e anche politiche: la famiglia, che genera e cresce figli, non ha pari nella società, e dunque è gravissima la parificazione che alcuni vogliono fare con le unioni gay, fotocopiando le leggi sul matrimonio e applicandole anche alle unioni civili". Dialogo Tarquinio-Garavaglia: i rischi della "stepchild" e la libertà buona della «piazza» 
Nei giorni scorsi, monsignr Nunzio Galantino, segretario generale della Cei, in un'intervista al Corriere della Sera, a una domanda sull'adesione della Chiesa, aveva risposto: se un vescovo vorrà parteciparvi “potrà farlo ma non potrà pretendere che vi partecipino tutti gli altri vescovi”. La Chiesa, aveva assicurato, non lascerà soli “quanti nelle sedi opportune e nel rispetto delle proprie competenze vorranno dare un loro contributo costruttivo”, ma “vale quello che ha detto Papa Francesco: cristiani consapevoli non hanno bisogno di vescovi-piloti”.
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