VAI AL SITOQuanti sono, chi sono e da dove vengono In un anno, la popolazione straniera residente è aumentata dell’1,9%. Al 1° gennaio 2015 risiedevano in Italia 5.014.437 di cittadinanza straniera (l’8,2% della popolazione italiana), di cui 2.641.641 donne (52,7%). Rispetto alla stessa data del 2014, la popolazione straniera è aumentata di 92.352 unità (+1,9%). La maggior parte di loro proviene dal Marocco (13,2%), mentre l’Albania è la seconda nazionalità più numerosa (12,7%), seguita dalla Cina (8,5%) e dall’Ucraina (6%). Complessivamente però la quota maggiore riguarda i Paesi dell’Europa centro-orientale, seguiti da quelli asiatici. In Italia gli stranieri non comunitari arrivano soprattutto per motivi di lavoro e di famiglia. Anche se nell’ultimo anno, la richiesta di asilo ha soppiantato il motivo dello studio come terza richiesta per ottenere il permesso di soggiorno in regola.
Occupati ma poveriNegli ultimi sei anni sono aumentati gli stranieri con un’occupazione stabile. In generale, un lavoratore straniero ha infatti più probabilità rispetto a un italiano di collocarsi nel settore dei servizi collettivi e personali (alberghi, ristoranti, bar e imprese di costruzioni). Le donne straniere trovano facilmente occupazione nel cosiddetto settore delle tre “C”: caring, cleaning e catering (cura, pulizia e ristorazione). Ma c’è una differenza salariale tra i lavoratori italiani e gli immigrati: questi ultimi sono soprattutto “lavoratori poveri”, con una retribuzione cioè inferiore ai 2/3 del salario medio calcolato su base oraria. Il lavoratore straniero guadagna cioè in media il 30% in meno rispetto a un italiano. I lavoratori poveri stranieri sono il 41,7% del totale degli occupati stranieri, percentuale che per i loro omologhi italiani scende al 14,9%.
La scuola multietnicaCrescono gli alunni stranieri nella scuola italiana, sempre pIù multietnica. Nell'anno scolastico 2014/2015 sono 814.187 gli alunni stranieri, il 9,2% del totale (+1,4% in un anno) e oltre 445 mila sono nati in Italia. Sono oltre un milione i i minori stranieri residenti in Italia. Più presenti al Nord con il valore massimo in Emilia Romagna, molto più alto della media nazionale (15,5%), seguita da Lombardia (14,3%) e Umbria (14,2%).