mercoledì 8 agosto 2012
Con il recupero delle 75mila forme del caseificio Razionale Novese (il più danneggiato dal terremoto) termina la "fase uno" degli interventi. Per la vera e propria ricostruzione, afferma il Consorzio del Parmigiano Reggiano, c'è però bisogno del sostegno "delle Regioni e del Governo Centrale".
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Il terremoto ha messo in ginocchio gli allevamenti, colpito 19 magazzini di stagionatura del formaggio, danneggiato 37 caseifici. Ma l'Emilia ferita dal sisma cerca di rialzarsi: due mesi e mezzo dopo il disastro, è terminato il recupero delle 600mila forme di Parmigiano Reggiano cadute a terra. "Si chiude la fase uno - commenta Giuseppe Alai, presidente del Consorzio -. Da domani mattina nessun casaro dovrà vedere il proprio lavoro di due anni ammassato a terra e danneggiato".
La fase due, quella della ricostruzione, sarà ancora più complicata, vista la montagna di danni ("oltre 100-110 milioni di euro", spiega Alai) che si è abbattuta sui caseifici. "Ci aspettiamo la concretezza degli interventi delle Regioni e del Governo centrale - va avanti il presidente del Consorzio del Parmigiano Reggiano - a partire dall'attuazione del decreto legge sul terremoto". Ora che anche il caseificio Razionale Novese, uno dei più travolti dal sisma (oltre 75mila forme cadute), ha terminato le operazioni di sgombero, si cerca di ripartire. Ma l'orgoglio emiliano, da solo, non basta. 
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