mercoledì 14 maggio 2014
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«Il tuo lungo e fedele ministero è per me e per la nostra Chiesa motivo evidente di viva congratulazione per l’intero tuo percorso apostolico, finalizzato proficuamente al bene della Chiesa e svolto in maniera eccellente in così lungo tempo». Sono calde, anche nel latino aulico in cui sono state scritte, le parole che papa Francesco usa per mostrare la «stima» e «gratitudine» nei confronti del suo vicario per la diocesi di Roma Agostino Vallini. La lettura dell’affettuoso messaggio è stato un momento forte della solenne celebrazione con cui il porporato ieri ha festeggiato i venticinque anni di episcopato e il 50° di sacerdozio.«Se dunque i miei predecessori, che ti hanno sempre considerato fedele ministro della Chiesa e ti hanno annoverato membro di molti dicasteri della Curia Romana, sono testimoni del tuo valore e della tua operosità, Io stesso – ha scritto il Pontefice a Vallini – con questa Lettera voglio attestare pubblicamente i tuoi meriti, così come ho fatto, quando ti ho confermato mio vicario generale per la diocesi di  Roma e distretto». «Inoltre – ha aggiunto – è mio  particolare desidero ringraziarti per il fatto che mi sei stato amabilmente vicino quando ho iniziato il ministero petrino. Il tuo affetto fraterno e la tua cordialità d’animo sono stati molto importanti per me  e mi sono stati di grande aiuto e sostegno». In tantissimi si sono stretti intorno al cardinale nella splendida cornice della basilica di San Giovanni in Laterano, la cattedrale di Roma. Ecclesiastici, autorità civili e militari, ma soprattutto semplici fedeli romani o provenienti dai luoghi toccati dalla biografia umana e spirituale del festeggiato. Da Corchiano, cittadina del Viterbese di cui era originaria la mamma e dove ha trascorso la fanciullezza, da Serrazzano, la frazione toscano del papà carabiniere, da Napoli, dove è stato seminarista, prete e vescovo ausiliare, e da Albano, dove è stato pastore prima di essere chiamato in Curia. Hanno concelebrato una trentina di cardinali, circa sessanta vescovi, e i moltissimi sacerdoti che hanno voluto farlo.Nell’omelia il cardinal Vallini ha innanzitutto ricordato che «Gesù sceglie chi vuole, cioè "quelli che ha nel cuore", non per particolari qualità o benemerenze, ma per un disegno misterioso di amore, per metterli a parte  della potestà di agire nel suo nome, per affidare loro il Vangelo e  i santi misteri e per guidare la comunità dei figli di Dio». «Questo disegno misterioso di amore – ha confessato – ha riguardato anche me». Il porporato ha poi ribadito che, specialmente nel mondo di oggi, la missione del vescovo e del sacerdote è quella di  «suscitare interesse per scoprire il bisogno di Dio in tanti cercatori di verità, attrarre alla persona di Gesù, riscaldare i cuori e far maturare coscienze cristiane che promuovano una cultura dell’uomo e della società ispirata al  Vangelo». E quindi ha voluto «testimoniare quanto la Chiesa di Roma sia impegnata a vivere – come attesta san Clemente Romano – la sua vocazione di capitale della carità». «Il Signore – ha infine esortato – faccia risplendere sempre più luminoso il cuore caritatevole della nostra Chiesa!».
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