venerdì 28 giugno 2013
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«L’uomo del nostro tempo ha una grande sete di Dio», ripete don Mario Galbiati. E lui ha scelto di far sgorgare il Vangelo da una sorgente «parlante»: la radio. Oggi festeggia i sessanta anni di sacerdozio. E da trenta è un prete in onda. Perché ha coniugato il ministero presbiterale con l’etere, creando due emittenti che nel panorama radiofonico italiano sono diventate riferimenti imprescindibili e, per qualcuno, anche casi mediatici: prima Radio Maria; poi Radio Mater. «Un prete, come ogni battezzato – racconta – è chiamato a custodire e vivere la Parola. Questo filo ci sospinge verso i “deserti di oggi” che possono essere raggiunti anche attraverso una radio per riscoprire la gioia, la fiducia e il coraggio di incontrarsi, di condividere esperienze, di pregare insieme e di accogliere la luce della fede». Ottantatré anni, originario di Sant’Albino di Monza, è per tutti il prete di Erba, la cittadina in provincia di Como (ma nell’arcidiocesi di Milano) da cui trasmette. Quando parla del suo impegno davanti ai microfoni, lo definisce «missione radiofonica». «Certo, la mia vocazione affonda le radici in famiglia. Fra le mura domestiche noi figli respiravamo una vita semplice di preghiera e carità». In fondo sarà lo stile che porterà nelle sue trasmissioni. A 15 anni entra nel Seminario di Venegono Inferiore e nel 1953 viene ordinato sacerdote dal cardinale Alfredo Ildefonso Schuster. Sarà sul campanile della chiesa di Arcellasco ad Erba, dove don Galbiati è parroco dal 1966, che istallerà la prima antenna nel 1983. «Stava arrivando la “Missione cittadina”. E mi sono chiesto: perché non preparare per questo avvenimento una radio che porti nei cuori la preghiera e la Parola di Dio per un rinnovamento della vita cristiana?». Il 19 febbraio viene inaugurata Radio Maria, la «voce cristiana nella tua casa», secondo il motto che ancora la contraddistingue. Don Galbiati mette sotto la protezione della Vergine l’emittente perché «la porti a tutti». «E questo avveniva anche sulla scia di quanto ci aveva indicato l’allora arcivescovo di Milano, il cardinale Carlo Maria Martini – ricorda il sacerdote –. Secondo il nostro pastore, i mezzi della comunicazione sociale potevano contribuire a una più radicata evangelizzazione». Don Galbiati propone un palinsesto inedito per il pubblico: tanta preghiera (dalla Liturgia delle ore alle Messe, con una particolare attenzione al Rosario), molta catechesi, dialoghi continui con chi si sintonizza. E niente pubblicità. «Fidandomi della Provvidenza – sottolinea – ho sentito di proseguire il cammino soltanto con il volontariato e la generosità degli ascoltatori per essere davvero una famiglia cristiana». L’impronta di don Galbiati non sarà condivisa all’inizio. E talvolta verrà anche ridicolizzata. Ma i fatti e gli ascolti dimostreranno il contrario. Quando gli si chiede quale sia il segreto dell’“appeal” delle sue radio, afferma sicuro: «La spiritualità della programmazione». E aggiunge: «È necessario testimoniare anche attraverso i microfoni che un’esistenza senza Dio non ha significato. Questo porta a non perseguire soltanto l’audience, strumentalizzando a volte l’ascoltatore. Essenziale è richiamare se stessi e gli altri ad accogliere la bellezza di un’esistenza responsabile per edificare un mondo migliore». Dopo un «temporale umano» (come il sacerdote lo chiama) che interrompe il suo apostolato radiofonico, don Galbiati torna in onda l’11 febbraio 1994. Stavolta con Radio Mater che, spiega il jingle, «porta la Chiesa in casa e che tutti unisce nell’amore, come una sola famiglia». Da Erba la nuova «creatura» raggiungerà gran parte dell’Italia e, con il satellite, l’Europa. Cuore dell’emittente è la cappellina di Maria. «Dalla preghiera e dalle celebrazioni che qui si tengono scaturiscono i programmi radiofonici», chiarisce il sacerdote. Centoventi sono i volontari che collaborano con l’emittente. E accanto a don Mario c’è la Comunità di Maria, «cuori che servono nella gratuità il progetto». In questi mesi il prete è impegnato a realizzare ad Albavilla, sempre in provincia di Como, la «Casa di Maria» dove far risiedere la radio, la cappellina e la Comunità di Maria. «La nostra missione fondata su Gesù e sulla Vergine – conclude – ci deve spronare a essere non solo voci ma soprattutto cuori innamorati della vita e della verità».
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