sabato 24 gennaio 2015
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Il cardinalato è «una vocazione» ad esercitare «un servizio di aiuto, sostegno e speciale vicinanza alla persona del Papa e per il bene della Chiesa». Lo scrive Papa Francesco in una lettera indirizzata a ciascuno dei venti porporati che saranno creati nel Concistoro del prossimo 14 febbraio. «Mantenersi in umiltà nel servizio non è facile – ricorda il Pontefice – quando si considera il cardinalato come un premio, come culmine di una carriera, una dignità di potere o di superiore distinzione». «Di qui – aggiunge rivolgendosi personalmente a tutti i neoporporati – il tuo impegno quotidiano per tenere lontane queste considerazioni, e soprattutto per ricordare che essere cardinale significa incardinarsi nella diocesi di Roma per darvi testimonianza della Risurrezione del Signore e darla totalmente, fino al sangue se necessario». «Molti si rallegreranno per questa tua nuova vocazione e, come buoni cristiani, faranno festa (perché è proprio del cristiano gioire e saper festeggiare)», scrive quindi il Papa. «Accettalo con umiltà», prosegue. «Solo – specifica – fai in modo che, in questi festeggiamenti, non si insinui lo spirito di mondanità che stordisce più della grappa a digiuno, disorienta e separa dalla croce di Cristo». «Arrivederci dunque al 14 febbraio. – conclude quindi Papa Francesco – Preparati con la preghiera e un po’ di penitenza. Abbi molta pace e letizia. E, per favore, ti chiedo di non dimenticare di pregare per me». La lettera, pubblicata ieri pomeriggio dall’Osservatore Romano che porta la data odierna, risale al 4 gennaio, giorno in cui il Pontefice ha annunciato i nomi dei 20 nuovi porporati. Ed è analoga a quella che scrisse il 12 gennaio 2014 quando rese pubblici i nomi dei cardinali designati per il suo primo concistoro, quello del successivo 22 febbraio. Quella volta la lettera venne resa nota il giorno dopo sul bollettino della Sala Stampa Vaticana.
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