«Volevo vedere papa Francesco». Non usa giri di parole Giorgio Ripani di San Benedetto del Tronto quando gli si chiede come mai abbia deciso di partecipare al Giubileo dei ragazzi. Ha solo 11 anni, frequenta la prima media e non era mai stato a Roma. La trasferta ha dunque un sapore del tutto speciale, soprattutto perché condivisa con gli amici della parrocchia: «stare insieme è bello e ci si diverte di più», confida Giorgio. Che, ad un tratto, si fa serio: «sono qui per passare la Porta santa e anche per ricordarmi di essere cristiano».
«Un’esperienza diversa dal solito e certamente unica: non capita tutti i giorni di vivere un Giubileo con gli amici della propria parrocchia». Così Simone Franceschini, 15 anni di Molinetto di Mazzano, in provincia di Brescia, definisce la sua partecipazione all’incontro degli adolescenti con il Papa. «Stare con altri ragazzi è sempre qualcosa di forte, intenso, che mi aiuta a crescere», osserva Simone, studente del liceo scientifico, che si dice «contento di tornare a Roma, una bellissima città, e di poter vedere Papa Francesco, una figura importante che strappa una grande emozione».
«Un’occasione irripetibile: il Giubileo è un’opportunità bellissima perché Dio ci dà la possibilità di essere perdonati». Non nasconde né l’emozione né l’entusiasmo Antonino Italiano, quindicenne di Delianuova, in provincia di Reggio Calabria. Divisa da scout e sorriso raggiante, si è accostato al sacramento della confessione e, mentre ancora gli brillano gli occhi per «aver visto da vicino papa Francesco», aspetta di attraversare la Porta Santa della Basilica di San Pietro. Per lui infatti il Giubileo dei ragazzi è innanzitutto “la possibilità concreta per riconciliarmi con il Signore, in questo Anno della Misericordia”.