Vita

Roma. Unioni civili, stretta sugli emendamenti

Roberta d’Angelo mercoledì 17 giugno 2015
La commissione Giustizia del Senato dà una sforbiciata agli oltre 4mila emendamenti presentati al ddl sulle unioni civili, e – archiviati circa 2mila come inammissibili, mentre altri 450 sono da riformulare– si accinge domani, con la relatrice Monica Cirinnà, a dare il parere sui restanti, in un clima di malumore. Subito dopo sarà stabilito il nuovo calendario dei lavori e dunque l’inizio delle votazioni, che potrebbero prendere il via la prossima settimana. Ma mentre il Parlamento va avanti con il testo discusso, sono molte le dimostrazioni di un malessere diffuso, di chi vorrebbe riaffermare i valori della Costituzione.Crescono dunque le adesioni alla manifestazione per la famiglia di sabato. In piazza, ci sarà anche il Comitato parlamentare per la famiglia, che ieri ha contato oltre cento adesioni trasversali, da parte di tutti gli schieramenti politici, e che oggi sarà presentato ufficialmente a Montecitorio. «L’educazione dei figli spetta ai genitori, come prevedono la nostra Costituzione e la Dichiarazione universale dei diritti dell’Uomo, e deve contare sulla complementarietà e sulle differenze della mamma e del papà, come ribadito dal Papa. Questo è uno dei motivi che spingerà il comitato parlamentare "Per la Famiglia" a scendere in piazza sabato prossimo a Roma per la manifestazione nazionale "Difendiamo i nostri figli"», spiega uno dei promotori, il deputato di Area popolare Alessandro Pagano.E allora, spiega Pagano, «sì al riconoscimento dei diritti individuali dei partner in ambito privatistico, ma un chiaro e forte no all’ideologia gender a scuola, no ai matrimoni tra persone dello stesso sesso e no all’apertura alle adozioni gay per via giurisprudenziale, proprio ciò che prevede il ddl Cirinnà, che significa tra l’altro legittimare l’orrenda pratica dell’utero in affitto». La sfida per il governo dovrebbe essere un’altra: «Bisogna insistere piuttosto e dare priorità – sottolinea il parlamentare di Ap – alle politiche a sostegno della famiglia, della natalità e della maternità, soprattutto sul piano fiscale».Questi sarebbero i diritti da tutelare, secondo Carlo Giovanardi (Ap), per il quale, «non è assolutamente vero che l’Italia sia il fanalino di coda in Europa per quanto riguarda i diritti civili, anzi si distingue in positivo perché non cede ad una delle tante ventate di follia che ogni tanto travolgono il Vecchio Continente». E al capogruppo del Pd in commissione Giuseppe Lumia spiega i motivi che lo porteranno alla manifestazione romana: «L’aprire la porta alla compravendita di materiale genetico e all’utero in affitto, la pretesa di cancellare il diritto di un bambino ad avere un padre e una madre, per soddisfare i desideri di chi reclama in nome della ricchezza e del potere di poterlo comprare sul mercato, sfruttando miseria e disperazione, sono aberrazioni che non c’entrano nulla con la giusta battaglia per il diritto di vivere un rapporto di coppia all’interno del quale siano garantiti di diritti dei partner».