Vita

Verso la legge. Suicidio assistito, la Camera attende le condizioni della Consulta

Francesco Ognibene venerdì 25 ottobre 2019

«Sul tema del fine vita le commissioni Giustizia e Affari sociali torneranno a riunirsi appena sarà possibile leggere la sentenza della Consulta. Questa è la decisione presa dall’ultimo ufficio di presidenza congiunto, con l’obiettivo di riprendere il ricco lavoro parlamentare già avviato e con l’auspicio di un confronto sereno tra tutti i gruppi per concordare un testo che inserisca nell’ordinamento i principi costituzionali definiti su questa delicata materia». La presidente della commissione Giustizia della Camera Francesca Businarolo (M5s) ha riferito con queste parole la decisione assunta nella "cabina di regia" dei lavori di Montecitorio: prima di tornare a parlare di suicidio assistito in vista di un intervento legislativo occorre attendere il deposito della sentenza finora solo anticipata dalla Corte costituzionale in una stringata nota per la stampa il 25 settembre. Comunicando che i giudici avevano «ritenuto non punibile ai sensi dell’articolo 580 del Codice penale, a determinate condizioni, chi agevola l’esecuzione del proposito di suicidio», la Consulta aveva rimandato a «un indispensabile intervento del legislatore» dettando intento però alcune «modalità» alle quali la futura legge dovrà subordinare la depenalizzazione.
I lavori parlamentari dunque riprenderanno dall’esame dei disegni di legge sin qui depositati. «Una decisione di buon senso – è il commento dell’avvocato Domenico Menorello, dell’osservatorio "Vera Lex?" –, serve anche a frenare una certa fretta di forzare con nuovi disegni di legge i limiti che la Corte ha fissato. I giudici hanno già fatto capire che la futura legge dovrà osservare condizioni ben precise» prosegue l’ex deputato Udc, che ha coordinato la nascita e le attività della rete di 40 associazioni cattoliche "Polis pro Persona", facendo anche notare che «il Parlamento riconosce così di essere stato scavalcato dalla Corte tanto da doverne attendere le parole esatte».
Intanto prende posizione in materia anche il Governo tramite il ministro della Salute: «Sul tema del fine vita ritengo che non debba esserci alcuna iniziativa da parte del Governo – ha detto Roberto Speranza (Leu) –: è una materia di natura prettamente parlamentare. Il mio auspicio è che il Parlamento possa svolgere una plurale, condivisa e aperta discussione su tema, che riteniamo decisivo anche alla luce dell'ultima sentenza della Corte costituzionale. Il Governo seguirà con assoluta attenzione» la discussione, «ma senza alcuna iniziativa, che secondo me sarebbe inappropriata».