Vita

Roma. Strategia Lgbt: via libera all'osceno

Nicoletta Martinelli lunedì 28 aprile 2014
«Cos’hai imparato oggi a scuola, tesoro?». «Che solo gli sfigati non hanno due papà e che gli uteri si affittano. Ah, già... Lo sai, mamma, cos’è un rapporto orale?». Certi genitori dovrebbero stare attenti a quel che domandano, come ha imparato a proprie spese la signora che – era dicembre – si è rivolta all’associazione Giuristi per la vita, raccontando quel che capitava nella classe della figlia, matricola al liceo classico Giulio Cesare, a Roma. Mica una scuoletta, ma un istituto prestigioso, prossimo a festeggiare gli ottant’anni di vita. Dove gli insegnanti, evidentemente ligi a quel che prescrive l’Ufficio nazionale antidiscriminazione razziale, hanno messo a punto un programma ispirato alla Strategia nazionale per la prevenzione e il contrasto delle discriminazioni basate sull’orientamento sessuale. Un percorso fatto di letture e discussioni in classe che avrebbe potuto rivelarsi meritorio, ma per il quale i docenti – che ieri a causa del ponte del 25 aprile non abbiamo potuto contattare – si sono guadagnati una denuncia per i reati previsti e puniti dall’articolo 528 del codice penale (pubblicazioni e spettacoli osceni) e dall’articolo 609 quinquies (corruzione di minore), con l’aggravante ex articolo 61, primo comma, n.9 (l’avere commesso il fatto con abuso dei poteri, o con violazione dei doveri inerenti a una pubblica funzione).Al centro della denuncia, la lettura imposta ai ragazzi del libro di Melania Mazzucco Sei come sei, pubblicato da Einaudi. Storia di una ragazzina, Eva, nata da due papà. Anzi, da un’inseminazione artificiale con utero in affitto. Dopo la morte di uno dei padri, Eva viene adottata dagli zii milanesi. Durante una gita scolastica, un gruppo di bulletti la bersaglia di cattiverie, accanendosi sulla sua vicenda umana. La ragazza reagisce e butta un compagno sotto la metropolitana e, convincendosi di essere un’assassina, fugge in treno dal papà (quello superstite) che vive ritirato sugli Appennini nel ricordo struggente dell’altro papà (quello morto). I due passano qualche ora insieme per poi tornare a Milano, a trovare in ospedale – e qui si conclude il romanzo – il bambino che Eva ha spinto sotto la metro. Intreccio discutibile, ma per capire il perché della denuncia bisogna arrivare a pagina 126, dove ci si imbatte nella descrizione dettagliatissima di una fellatio tra due maschi sedicenni. Basta per definire osceno un libro? Sì, se il pubblico a cui lo si propone – e che difficilmente è quello a cui si rivolge Mazzucco – ha tra i tredici anni e i quindici anni. Secondo Gianfranco Amato, presidente dell’associazione Giuristi per la vita, nonché estensore della denuncia a carico dei docenti del Giulio Cesare, «i ragazzi del ginnasio sono stati obbligati a leggere un romanzo a forte impronta omosessualista, alcuni passi del quale rivelano un chiaro contenuto pornografico». È impossibile quindi «non vedere – continua Amato – in un simile testo che appare inserito nel solco tracciato dall’Unar, una palese condotta di proselitismo e di istigazione verso il giovanissimo pubblico a compiere pratiche omosessuali e a sperimentare la sessualità in una prospettiva gay". I risultati della strategia Unar che propone espressamente l’arricchimento delle offerte di formazione con la predisposizione di bibliografie sulle tematiche Lgbt e sulle nuove realtà familiari rischiano di rivelarsi più stereotipati e discriminanti degli stereotipi e delle discriminazioni che vorrebbero combattere.Infine ma non ultimo: se l’episodio descritto con abilità letteraria da Melania Mazzucco fosse andato in onda in televisione, negli orari della purtroppo picconata fascia protetta, avreste lasciato i vostri figli adolescenti, da soli, davanti allo schermo?