Vita

Iintervista. Gasparri: «Serve uno stop di sei mesi. Prima leggi pro-famiglia»

ANGELO PICARIELLO martedì 19 gennaio 2016
Chiedo sei mesi di moratoria, per evitare pasticci, e per mandare avanti nel frattempo interventi sulla famiglia e sulle adozioni di sicuro più urgenti e sentiti». Maurizio Gasparri è stato dentro Forza Italia fra i primi al Senato a dare battaglia sulle unioni civili. Ma ora che crescono i dubbi sul testo e il centrodestra si è ricompattato nel chiedere la sua revisione, avanza una sua proposta. Come si porrà il centrodestra, il 28, con l’approdo in aula? È praticamente compatto, anche se con diverse sfumature, sull’esigenza di cambiare in profondità il testo in relazione ai rischi che si profilano su adozioni e utero in affitto, come sull’equiparazione al matrimonio. La relazione del presidente della commissione Giustizia Nitto Palma ha fornito un’ottima sintesi sui problemi di costituzionalità di cui si parla in queste ore. La Commissione è stata aggirata, sebbene dall’approdo in aula (in ottobre) ci sarebbe stato tutto il tempo. È prevalsa una posizione ideologica. Un’urgenza dettata da una lobby e da eliteche non trova riscontri in un’emergenza sociale. Anche i Comuni che hanno aperto dei registri virtuali e propagandistici sulle unioni gay non è che abbiano incontrato chissà quali richieste. Mentre ci sono altre urgenze. Lo ha perfettamente sintetizzato il cardinale Bagnasco. Credo che il reddito familiare, la tutela della famiglia e le facilitazioni delle adozioni siano temi ben più urgenti e importanti. Lo sono da tempo, ma governi di segno diverso non sono intervenuti. Guardando avanti, che cosa propone? Intanto, sulle unioni civili, vanno posti paletti chiari per eliminare rischi di incostituzionalità. Si arriva in aula senza testo base, ricordo, e c’è una gran confusione che rende necessario un ritorno in commissione. Il dibattito 'gridato' in aula non permetterebbe di trovare con calma le soluzioni giuste ed evitare i rischi. Fra questi l’utero in affitto. Si dice che è già vietato. Ma allora perché non prendere in esame l’idea di un divieto esplicito ribadito nel testo, mi pare che anche Zanda lo abbia ipotizzato. Sull’adozione c’è molta disinformazione. Scalfari ha sostenuto che per un bambino è meglio avere due papà e due mamme che restare in istituto. Un falso comunicativo, forse dovuto a superficiale conoscenza del problema. In Italia le richieste di coppie che vogliono adottare sono molte di più dei bambini che chiedono di essere adottati. Senza allentare i controlli sui requisiti delle coppie urge una riforma che faciliti l’adozione. E nel frattempo intervenire sulla famiglia... Sì. Serve una moratoria di sei mesi per arrivare a un intervento complessivo su famiglia, adozioni e unioni civili. Andando di fretta, invece, si rischia una legge squilibrata che aprirebbe la strada a forzature ulteriori che potrebbero arrivare, vista la confusione del testo, per via giurisprudenziale. Il testo Cirinnà, inoltre, vede perplessa la maggioranza degli italiani.  C’è anche intolleranza sul piano comunicativo. Si annunciano intere trasmissioni in Rai per dare spazio a colleghi che racconteranno della loro esperienza personale a favore dell’adozione gay. Io qui chiedo pubblicamente la possibilità di una par condicio. Paradossalmente chi ha a cuore la difesa della famiglia ed è contrario a forme di equiparazione non ottiene lo stesso spazio. La manifestazione del 30 potrà contribuire a superare questo squilibrio? Me lo auguro. Io ci sarò. Si dovrà andare senza vessilli di partito e senza andare a manifestare contro qualcosa, come hanno ben chiarito sia Galantino sia Bagnasco. E sono certo che anche il successo di questa manifestazione potrà contribuire a rimettere in carreggiata un dibattito sin qui molto squilibrato e penalizzante per la famiglia.