Vita

VIAGGIO NEI CAV. Pavia, a supporto del Cav il consultorio familiare

Enrico Negrotti lunedì 24 giugno 2013
Aprire un consultorio familiare ha rappresentato una svolta per il Centro di aiuto alla vita di Pavia, nato nel lontano 1981. Così come una grande risorsa è rappresentata dalla casa di seconda accoglienza, che può ospitare fino a cinque mamme con i loro bambini, che ha trovato nella presidente del Cav Maria Assunta Zanetti, docente di Psicologia all’Università di Pavia, la coordinatrice professionalmente più adeguata. Altrettanto importante – sottolinea la vicepresidente Laura Boiocchi – è la presenza di uno sportello al Policlinico San Matteo, aperto nel 2000, «dove grazie alla collaborazione del personale ospedaliero, riusciamo a intercettare le donne ancora incerte sulla scelta da compiere». «Negli ultimi 15 anni – osserva Laura Boiocchi – è profondamente cambiata la tipologia delle persone che si rivolgono a noi. Se una volta venivano famiglie in difficoltà momentanea, perlopiù italiane, in tempi più recenti sono enormemente aumentate le donne straniere (nordafricane, camerunensi, romene, sudamericane), che portano con sé con una marea di difficoltà: non solo la gravidanza, ma anche problemi abitativi e di lavoro, quando non di violenza». Questa situazione «ha richiesto da parte nostra un salto professionale: con i Nasko (20 in corso, 142 quelli avviati in totale) e i progetti di Comune e Provincia abbiamo dovuto rimboccarci le maniche e acquisire competenze che prima non avevamo». Questo ha portato alla nascita, nel 2005, del consultorio familiare di ispirazione cristiana, accreditato dalla Regione, «che si è rivelato un’intuizione vincente, permettendoci di interloquire meglio anche con i Servizi sociali». Che sono cruciali anche nella collaborazione nella casa di seconda accoglienza, appartamenti messi a disposizione del Comune: ospita donne sole con bambini in situazioni di particolare disagio, magari cacciate di casa perché incinte e accolte dal Cav, o inviate dagli assistenti sociali comunali. La casa è gestita da volontari, in cui un ruolo cruciale è svolto dalla presidente Zanetti, «che invia anche alcune sue studentesse», e operano anche un paio di psicologhe (in parte retribuite con bandi pubblici). Anche al San Matteo - dove lo sportello è aperto tre volte alla settimana - la presenza si è rivelata utilissima: «All’inizio non tutti ci hanno visto benissimo, ma quando hanno capito che potevamo offrire un aiuto in più, si è instaurato una collaborazione feconda per dare una possibilità in più alle donne in difficoltà». L’attività culturale può contare sull’ampio retroterra rappresentato dall’Università di Pavia: dai filosofi ai giuristi, le occasioni di approfondimento non mancano. Senza dimenticare la nota manifestazione «Cantiamo la vita», che ogni anno si celebra al Teatro Fraschini in occasione della Giornata della vita.