Vita

Oms. A un terzo dell’umanità negato il diritto alla salute

Francesco Ognibene venerdì 7 aprile 2023

La vaccinazione di un bambino in un villaggio dell'Indonesia

Nel mondo tre persone su dieci non hanno accesso ai servizi sanitari essenziali, mentre si stima che due miliardi di persone si debbano ridurre alla fame per affrontare spese relative a cure mediche e farmaci. È lo sconsolato report che l’Organizzazione mondiale della sanità (Oms) diffonde in occasione della Giornata mondiale della salute (7 aprile), nel suo 75° anno di attività, un anniversario celebrato con lo slogan «Health for all», Salute per tutti.

Il simbolo dell'Oms - Reuters

L’obiettivo dell’organizzazione legata alle Nazioni Unite sotto la guida di dall’immunologo eritreo Tedros Adhanom Ghebreyesus è di estendere la possibilità di ottenere cure essenziali e di qualità per assicurare il diritto universale alla salute, risultato che tuttavia negli ultimi anni ha dovuto fare i conti con enormi avversità globali come la pandemia, la guerra in Europa che si somma agli altri conflitti locali già divampati, le susseguenti crisi umanitarie e la crescente emergenza climatica. Tanto che le disuguaglianze, nota l’Oms, oggi «colpiscono soprattutto coloro che si trovano nei contesti più vulnerabili».

Il direttore generale dell'Oms Tedros Adhanom Ghebreyesus - Ansa

Una situazione che spinge a tornare alle idealità ispiratrici dell’Organizzazione: 75 anni fa, nel 1948, ricorda il direttore generale, «per la prima volta nella storia, la salute è stata formalmente riconosciuta come diritto umano con l'entrata in vigore della Costituzione dell'Oms» (il 1° gennaio dello stesso anno con l’entrata in vigore della Costituzione italiana veniva affermato, all’articolo 32, che «la Repubblica tutela la salute come fondamentale diritto dell’individuo e interesse della collettività, e garantisce cure gratuite agli indigenti»).

Un'infermiera afghana visita un bambino in un ambulatorio di Kandahr - Ansa

Il leader dell’Oms rivendica alcuni risultati: l’aspettativa di vita a livello globale in tre quarti di secolo è passata da 46 a 73 anni, è stato debellato il vaiolo e per la poliomielite il risultato è sempre più vicino, in 42 Paesi è stata estirpata la malaria, la mortalità materna si è ridotta di un terzo, epidemie di Hiv e tubercolosi sono state circoscritte, mentre l’azione dell’organismo sovranazionale ha contribuito in modo determinante a contenere ebola e a diffondere i vaccini anti-Covid. Assai più discussi altri risultati vantati come successi dall’Oms, come la diffusione di pratiche di “salute riproduttiva”, che include l’accesso alla contraccezione di massa e la diffusione degli aborti.

Una ricercatrice al lavoro su un nuovo vaccino anti-Covid a Girona (Spagna) - Ansa

Ma proprio le grandi crisi globali recenti hanno messo a nudo inefficienze e inadeguatezze dell’Oms, sotto pressione da parte di molti Paesi membri per una riforma che la metta all’altezza della grande sfida della lotta a quella stessa diseguaglianza sanitaria denunciata come una piaga. Tra gli obiettivi dell’Oms ora prevale l’aumento del personale sanitario nel mondo con un incremento annuo di medici laureati tra l’8 e il 12%, un risultato che in Italia il governo vorrebbe conseguire ampliando gli iscritti alle facoltà di Medicina del 30%.