Vita

«LA VITA IN DIRETTA». Max Tresoldi «risveglia» la Rai

Anna Maria Brogi giovedì 7 novembre 2013
La Rai ha chiesto scusa e riparato al torto. Così questa sera, dalle 18.20 alle 18.35, Max Tresoldi è stato il protagonista indiscusso su Rai1. Per quanto non presente in studio, il disabile ha commosso con la vicenda del suo risveglio dopo nove anni di "coma" e di cure materne. "La sua non è vita" aveva sbottato la giornalista Alda d'Eusanio nella puntata di "La Vita in Diretta" di lunedì scorso dedicata ai "risvegli". Oggi la Rai ha rimediato all'ingiuria - nei confronti di Max e della sua famiglia - offrendo un quarto d'ora di televisione informata, che non mistifica e che fa parlare i fatti.Il conduttore Franco Di Mare - che si era subito dissociato dalle parole della D'Eusanio - ha ospitato in studio la mamma di Max, Lucrezia, e l'inviata di Avvenire Lucia Bellaspiga, mentre sullo schermo scorrevano le vecchie foto di Max com'era prima dell'incidente che lo ridusse in coma e i video amatoriali del lungo percorso di riabilitazione in cui è stato letteralmente portato per mano dai familiari e dai tanti amici. In collegamento, questa volta, un'esperta: la dottoressa Matilde Leonardi dell'Istituto Neurologico Besta di Milano.Il clima è di festa, scattano gli applausi e ci si commuove. La signora Lucrezia è radiosa, il conduttore ammette di essere stato "bastonato" a ragione dal nostro giornale. "Quello di Max è stato un risveglio - esordisce - dopo dieci anni in cui era rimasto addormentato". E la dottoressa Leonardi sgombra il campo da equivoci: "Bisogna distinguere tra coma, successivo stato vegetativo e infine stato di minima coscienza, in cui possono esserci movimenti delle mani e degli occhi. Max - chiarisce - non è in nessuno dei tre. Dieci anni fa si è svegliato".La signora Lucrezia ricorda: "Un medico in ospedale ce lo descrisse come un tronco morto. Allora decisi di portarlo a casa. Sono diventata infermiera e negli anni ho quasi sostituito i dottori". Il momento più difficile? "Quando morì mio padre, stavo per crollare. Era il 28 dicembre del 2000. Dissi a Max: stasera lo fai da solo il segno della croce, io sono stanca. Lui alzò il braccio e si segnò. Poi mi abbracciò forte". Il primo gesto dopo nove anni."Tutti noi siamo un po' disabili - a trarre la morale è la neurologa -. Il pregiudizio nasce dalla paura ed è la prima forma di abbandono. Davanti a un caso come questo, la domanda da farsi è: cosa dobbiamo fare noi per queste famiglie?"."Mi auguro che oggi Max ci abbia scusato - chiude Franco Di Mare - e che ci venga a trovare presto in studio". Scatta l'applauso. Il torto è rimediato. Pace fatta.