Vita

Vita. Le Regioni: eterologa, ticket tra 400 e 600 euro

Francesco Ognibene giovedì 25 settembre 2014

Le Regioni chiederanno alle coppie che intendono accedere alla fecondazione eterologa il pagamento di un ticket compreso tra i 400 e i 600 euro. È quanto hanno deciso i governatori delle Regioni con gli assessori alla Salute cercando di mettere un freno alla deregulation alla quale le varie delibere regionali stavano consegnando la pratica della procreazione con gameti esterni alla coppia. Un accordo politico, peraltro, ovvero privo di alcun vincolo giuridico: in altre parole, una Regione che dovesse sottrarsi non incorrererebbe in alcuna sanzione. In più, la sola materia che l’intesa regolamenta è quella del costo a carico del cittadino (e di conseguenza della spesa per le casse pubbliche), mentre restano irrisolte materie come la gestione dei donatori, l’anonimato, la gratuità, la facoltà o meno di importare gameti a pagamento, tutti temi sui quali ogni Regione continuerà a muoversi in modo del tutto autonomo. Almeno finché non interverrà una legge dello Stato, che da questo accordo viene sostanzialmente scavalcato. La sola Regione che si è sottratta a questo accordo genrico e senza valore legale è la Lombardia, che ha ribadito di non voler spendere un solo euro del denaro dei cittadini per una pratica che non è ancora considerata «essenziale» dallo Stato, lasciando facoltà di agire a centri privati e ospedali pubblici autorizzati ma con la spesa totalmente a carico delle coppie. Quanto ai costi lordi e netti dell’eterologa, le Regioni hanno riconosciuto che una fecondazione eterologa con seme da donatore e inseminazione intrauterina (la pratica più semplice) vale 1.500 euro, quella con seme da donatore ma in vitro 3.500 e quella con ovociti in vitro 4.000, cifre alle quali vanno sottratti dunque i 4-600 euro del ticket.